Sin dal mattino i giovani del paese girano nei boschi alla ricerca del ginepro; serve per alimentare il fuoco che di fatto dà il via alla festa. L’accensione del falò ai piedi della scalinata che conduce alla chiesa – seguita dagli spettacolari fuochi d’artificio – è il momento clou dei festeggiamenti in onore del patrono d’Acquaviva d’Isernia, Sant’Anastasio. In questa occasione la comunità si riscopre unita a remare in un’unica direzione. Tutti si impegnano affinché questa tradizione non finisca in cenere. E anche quest’anno è stata grande la risposta della gente del posto. Anche chi è lontano per motivi di lavoro fa il possibile per tornare. Per chi vive ad Acquaviva o negli altri paesi molisani è normale vivere questi momenti di aggregazione. In realtà certi valori – quella genuinità tipica dei molisani – colpiscono il visitatore che quasi per caso si trova proiettato nella festa. La festa dedicata al patrono ha origini molto antiche. Fonti scritte non ve ne sono, ma non è affatto escluso che anche in questo caso l’influenza dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno abbia giocato un ruolo determinante.