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giovedì, Dicembre 26, 2024

Frattura meglio di Einstein. Alla Protezione Civile la matematica diventa un’opinione

AperturaFrattura meglio di Einstein. Alla Protezione Civile la matematica diventa un'opinione

di PASQUALE DI BELLO

Puntuale, ad ogni evento calamitoso (emergenza idrica, sciame sismico), si ripropone il tema della Protezione civile, un sistema colabrodo che sembra fare acqua da tutte le parti. Oltre al danno, puntuale è arrivata sotto forma di aumento dei costi, anche la beffa.

Autocisterne targate Abruzzo. Restando alla stretta attualità è questa l’immagine simbolo di una Protezione Civile molisana condotta all’anno zero dalla gestione confusionaria che contrassegna l’era Frattura. Dalla pianificazione del rischio al sistema di prevenzione, dalla gestione dell’emergenza alle comunicazioni e per finire al contenimento della spesa, il sistema appare un colabrodo che fa acqua da tutte le parti. Peccato, però, che quest’acqua non sia potabile. Le immagini che provengono da Termoli, quelle sull’emergenza idrica, fanno ben comprendere la fragilità di un sistema che non ha potuto fare altro che affidarsi a mezzi e risorse del vicino Abruzzo per correre ai ripari. Se per un caso fortuito o per una propria emergenza non fosse scattato il soccorso abruzzese, Termoli sarebbe rimasta a bocca asciutta. E’ questo uno dei tanti effetti dello smantellamento sistematico a cui la Protezione Civile è stata sottoposta.

E’ da poco passato lo spavento per il terremoto delle scorse settimane ma, per come stanno messe le cose, è difficile capire se faccia più paura il sisma o il sistema attuale  Un non sistema, sostanzialmente. Basti pensare alla mancanza di un piano operativo dei rischi territoriali aggiornato. I dati a disposizione sono fermi al 2012, eppure annualmente i comuni dovrebbero presentare alla Regione, e quindi alla Protezione Civile, una mappa capace di descrivere i rischi territoriali relativi, principalmente, a frane e alluvioni, incendi e terremoto. La mappatura non è questione di poco conto, poiché in armonia con le linee guida nazionali va a raccordarsi per quel che concerne la prevenzione e la gestione dell’emergenza, con le linee guida regionali che, va sottolineato, sono oggi del tutto inadeguate e, nella migliore delle ipotesi, vecchie. Il caos creatosi in occasione del recente terremoto, è paradigmatico di un sistema letteralmente imploso. Pari a zero, ad esempio, sono stati gli interventi capaci di gestire l’emergenza quali l’allestimento di tendoni in prossimità dei paesi a rischio. Un campo dove poter garantire, in caso di necessità, posti letto, un primo intervento infermieristico e informazioni. Qualcosa, in buona sostanza, che fosse capace di rassicurare la cittadinanza in quei drammatici momenti e facesse sentire la presenza della Regione. Nulla di tutto questo, anzi: nulla di nulla. Come tutti da casa, e con l’aggravante di un sito fuori uso, la Protezione civile si è limitata a registrare l’andamento delle scosse attraverso l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Un record a cui se ne aggiunge un altro. Quello sulla comunicazione affidata al sistema telefonico avendo soppiantato quello dei ponti radio che garantivano al sistema una linea di comunicazione dedicata e quindi efficace. In occasione di eventi calamitosi, cosa nota anche ai bambini delle elementari, le prime comunicazioni a saltare per congestione delle linee sono proprio quelle telefoniche.

Ma al fallimento su tutta la linea, quindi al danno, immancabilmente si aggiunge la beffa. E la beffa è l’ennesima favola raccontata ai molisani, quella del presunto risparmio delle spese. Il sistema precedente, quello smantellato, prevedeva in capo ad una sola direzione sia la gestione della Protezione Civile sia quella della Ricostruzione post sisma. Tale direzione, affidata ad un dirigente regionale, costava 110mila euro all’anno, ovvero la paga base di un dirigente regionale, 80mila euro, più 30mila previste per le funzioni aggiunte (in pratica quelle relative alla ricostruzione). Secondo frattura, avendo oggi portato a 80mila euro la direzione della Protezione Civile, vi sarebbe un risparmio netto di 30mila euro all’anno. Peccato che non sia così e che invece se ne spendano 50mila in più. E il trucco è presto smascherato. Avendo sottratto alla Protezione civile la gestione della ricostruzione e avendo inventato una struttura nuova di zecca, la Regione spende 80mila euro per l’una, affidata ad un dirigente, e 80 per la seconda, affidata ad un esterno. Se la matematica non è un opinione: 80 + 80 equivale a 160mila euro all’anno. Esattamente 50mila euro in più rispetto al passato e davanti a questi dati l’unica opinione a fare testo, è sarà quella dei molisani. Ma di questo Frattura, Einstein della Protezione Civile sembra non curarsene.

 

 

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