«Le hanno portate vie e hanno chiuso a chiave il monastero, dov’erano anche custodite le chiavi per aprire il cancello e visitare gli scavi archeologici dell’antica abbazia benedittina di San Vincenzo al Volturno». La notizia l’ha data il professor Natalino Paone, dell’associazione Amici di San Vincenzo, allarmato per quanto sta accadendo intorno ad uno dei più importanti siti archeologici del Molise: l’abbazia di San Vincenzo al Volturno. Lì dove c’è la Cripta di Epifanio e lì dove era attivo e funzionante un monastero di suore benedettine, provenienti dall’America, che curava con amore e rispetto il sito, con i suoi reperti e la sua storia centenaria. Oltre che vivere coltivando un orto attiguo al convento. Le suore, Filippa e Miriam, sarebbero state trasferite improvvisamente in un altro convento di Cassino, sempre amministrato dal nuovo abate, monsignor Donato Ogliari. Com’è noto, l’abbazia e gli scavi, pur facendo parte del territorio molisano, rientrano nel territorio amministrato dalla diocesi di Cassino e, quindi, dall’abate di Montecassino. Sostanzialmente il Molise ha dovuto subire una decisione che penalizza enormemente la nostra regione e il sito stesso, dove centinaia di turisti, dopo aver visitato gli scavi, proseguivano nel loro tour vistando anche la chiesa e il convento delle suore benedettine. Ora gli Amici di San Vincenzo, in particolare il presidente Dino Ricci e il professor Natalino Paone, si stanno mobilitando per chiedere all’abate di Montecassino di riaprire il convento o, quanto meno rendere nuovamente disponibile la visita.