Finora tre consigli comunali andati a vuoto con all’ordine del giorno sempre lo stesso punto: la nomina della commissione referendaria. Mai effettuata, a causa di ‘balletti burocratici osceni’ – così sono stati definiti – e messi in atto dall’amministrazione comunale per dilatare i tempi e arrivare alla stipula del contratto di appalto per la realizzazione del tunnel, impedendo di fatto il referendum cittadino. Sono durissime le accuse che i comitati muovono al sindaco Angelo Sbrocca, all’assessore all’urbanistica Pino Gallo e all’intera maggioranza. Parlano di disprezzo dei doveri istituzionali, di inadeguatezza, di alterazione della verità. E’ per questo che ne chiedono le dimissioni. Ma prima ancora di sospender l’iter che sta portando all’aggiudicazione dell’appalto e di confrontarsi in un incontro pubblico. Intanto per domani 17 febbraio alle 17 c’è in programma il quarto consiglio comunale per la nomina della commissione. Tutti i citatdini sono invitati a partecipare.
I comitati hanno fatto notare come in altre città i fondi Cipe siano stati adoperati per la messa in sicurezza ad esempio delle strade, smentendo di fatto quanto dichiarato mesi fa dal sindaco che i soldi erano vincolati a un’opera strategica. Hanno poi evidenziato il rischio che la realizzazione del tunnel, che verrà scavato sotto il Borgo, rappresenta per la stabilità dei palazzi ottocenteschi. E alle dichiarazioni del sindaco Sbrocca che aveva sostenuto che il referendum sarebbe costato 180mila euro ai cittadini, Giulio Botteri del comitato referendario ha risposto così: “La democrazia ha un costo e come paghiamo le tasse per pagare gli stipendi degli amministratori, le paghiamo anche per vedere esercitato un nostro diritto. Non ci posso chiamare alle urne solo quando ci sono le elezioni”