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giovedì, Dicembre 26, 2024

Agnone. Don Martino: senza emergenza-urgenza l’ospedale chiuderà nel giro di tre anni

AgnoneAgnone. Don Martino: senza emergenza-urgenza l'ospedale chiuderà nel giro di tre anni

Don-Francesco-MartinoNonostante il risconoscimento di ospedale di area disagiata al San Francesco Caracciolo di Agnone nessuno se la sente di cantare vittoria. Alcuni punti del piano non sono affatto chiari e rischiano di ridimensionare ulteriormente il presidio altomolisano, se non peggio. La pensa così – ma non è il solo – don Francesco Martino, responsabile dell’Ufficio della pastorale per la salute della diocesi di Trivento: «Ci preoccupa – ha detto – la configurazione che risulta dal programma operativo: la struttura, non avendo un vero pronto soccorso (non è indicato con chiarezza), non può assicurare l’emergenza-urgenza alla popolazione. È una struttura che rischia entro tre anni di dover essere riconvertita. O di chiudere». Le paure e i disagi che si vivono nei piccoli ospedali si fanno sentire anche in altre realtà italiane. Diversi paesi del centro-sud sono alle prese con problematiche analoghe. E intendono risolverle, unendo gli sforzi. Sabato è previsto un incontro a Volterra, promossa dall’associazione dei comuni dimenticati. Il Cittadino c’è di Agnone e don Francesco Martino – al lavoro per la stesura di una bozza di documento con le richieste da inviare al Governo – giocheranno un ruolo da protagonista: «Si tende a dare di meno di quello che le norme danno. Noi facciamo anche questa battaglia: io ed Enrica Sciullo del comitato il Cittadino c’è – ha detto ancora il sacerdote altomolisano – stiamo lavorando su questo. Chiediamo il ministero della Salute normi con precisione che cos’è la sanità in area disagiata». In attesa di novità, la situazione resta comunque critica al caracciolo. Non c’è verso di arrestare quella lenta agonia che sta portando l’ospedale alla morte: «La chirurgia funziona a scartamento ridotto, i prblemi si accavallano uno dopo l’altro. Rivolgo un appello al presidente Frattura, anche alla luce di un confronto con tutti gli operatori: o ci date servizi veri, reali, di area disagiata, oppure parecchi operatori lasceranno, perché in queste condizioni è difficile andare avanti. Noi – ha concluso don Francesco Martino – la battaglia la vgliamo fare, ma dovete darci gli strumenti per potere andare avanti, perché ci sia una vera emergenza-urgenza e un vero ospedale di area particolarmente disagiata».

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