di GIOVANNI DI TOTA
Dovrà scontare la condanna in un centro idoneo al suo stato psichiatrico. Le sue condizioni di salute non sono compatibili con la detenzione in carcere. Dunque, Massimiliano Cannata sarà accolto in un centro di cura in provincia di Avellino dove passerà agli arresti domiciliari i prossimi anni.
Lo hanno deciso i giudici della corte d’Appello di Campobasso che hanno confermato a suo carico la condanna per tentato omicidio ma hanno ridotto la detenzione a sei anni.
L’uomo, l’anno scorso, aveva tentato di ammazzare la sua compagna nella sua casa a Busso. La donna, una bulgara che da anni si è stabilita nel paese dell’hinterland campobassano, da tempo non sopportava più le continue angherie del suo convivente. La loro relazione era arrivata al capolinea e lei, Andrea, aveva deciso di metterci un punto e chiuderla lì.
Massimiliano Cannata, servendosi di una scala aveva sfondato la finestra della casa per entrare con la forza. Più di una coltellata le aveva inferto, lei rea riuscita miracolosamente e divincolarsi e a scappare, seppur ferita.
In primo grado il tribunale di Campobasso aveva inflitto all’aggressore 7 anni e due mesi di reclusione. La perizia depositata dai medici del carcere di via Cavour ha avuto un peso rilevante sulla sentenza. L’impianto accusatorio è rimasto inalterato, mentre le attenuanti sono state considerate prevalenti, proprio a causa delle condizioni psicologiche dell’imputato. La sentenza è stata accolta con favore dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Fazio e dal legale di Cannata, l’avvocato Angelo Piunno, che ha ottenuto la scarcerazione. La vittima, è ancora alle prese con la riabilitazione per recuperare l’uso di un braccio, leso da una delle coltellate. Lei ha scelto di restare a Busso, è nel paese dove ha rischiato di morire che vuole mettersi alle spalle questa storia e guardare a una nuova vita.
