È uno dei momenti più attesi in città. La processione del Venerdì Santo coinvolge emotivamente la stragrande maggioranza degli isernini. C’è chi partecipa attivamente percorrendo tutto il tragitto, c’è chi aspetta a bordo strada il passaggio della processione e chi invece recita una preghiera osservando il corteo dalle finestre o dai balconi. Ovunque regna un silenzio quasi irreale, intervallato solo dalle preghiere e dalle musiche che rendono ancora più struggente l’atmosfera. In questa giornata di lutto collettivo il vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, monsignor Camillo Cibotti, ha rivolto il suo pensiero anche ai recenti fatti di cronaca che hanno sconvolto la società civile: gli attentati terroristici di Bruxelles e le studentesse morte in Spagna. La processione di Isernia è suggestiva anche per via della presenza degli Incappucciati. Seppur tra alti e bassi caratterizzano ormai da secoli la città. I volti coperti, le corone di spine, le croci portate in spalle e in alcuni casi i piedi scalzi, rappresentano atti di penitenza e di espiazione del peccato.