Con un colpo di teatro, il triunvirato Frattura-Ruta-Leva ricompone il proprio litigio in nome della salute pubblica. Parlano di Sanità ma in realtà pensano alla poltrona.
Con il recente accordo stretto sulla Sanità i triunviri Mazzini, Armellini e Saffi, conosciuti in Molise con i rispettivi pseudonimi di Frattura, Ruta e Leva, hanno cominciato a scrivere il capitolo finale di questa sciagurata stagione politica cominciata nel 2013 e che si avvia verso la sua scadenza naturale del 2018. I tre, è cosa nota, nei mesi scorsi se le sono dette e date di santa ragione e senza esclusione di colpi. I due parlamentari, come ogni parto tra alligatori, hanno cercato di rimangiarsi il coccodrilletto che avevano generato, Frattura, ma la cosa è risultata più indigesta del previsto. L’uovo che hanno scodellato ai molisani una volta schiuso ha fatto spuntare la testa di un coccodrillo grande almeno quanto loro. E’ qui che si è scomposto il presepe che avevano con tanta pazienza avevano allestito, sin da quando Ruta, con alle spalle il suo movimento del tempo, “Alternativ@” (a cui apparteneva anche l’attuale segretaria del PD, Micaela Fanelli) decise in solitaria e con una clamorosa fuga in avanti di candidare Paolo Frattura, uno di Forza Italia, alla carica di presidente della Regione per il centrosinistra. Grazie ai voti dei due, Frattura vinse le Primarie del PD, poi perse per un soffio le prime regionali e rivinse le seconde. Qualcosa però andò storta. Frattura nacque già coccodrillo fatto e cominciò a mordere la coda agli altri due, ci fu in palude una lite furibonda con acqua e fango color cioccolato sparsi ovunque, si parlò di stati generali, di assemblee regionali farlocche, volarono sedie e parole grosse sino a quando i tre fecero la cosa più logica del mondo: (ri)mettersi d’accordo. E quale migliore argomento se non quello della sanità per dare a tutti l’impressione che davanti ai molisani siedono tre padri della Patria e non tre politici che cercano di (ri)assicurarsi le rispettive poltrone? Frattura quella della Regione e i due parlamentari quella romana. Grandi assenti di questa partita, la segretaria del PD, Fanelli, e l’altro parlamentare dei democratici, Laura Venittelli. Sono loro i grandi sconfitti, insieme al Consiglio regionale letteralmente esautorato. Ma questo conta poco. Prima che qualcuno se ne accorga, il triumvirato si sarà già guadagnato il rinnovo della poltrona. E’ la solita e gattopardesca storia inventata dal principe Salina: cambiare tutto per non cambiare niente.