Non è solo l’elezione del sindaco di Isernia che potrebbe scompaginare il futuro assetto politico della regione. Frattura ha ragione a temere la riscossa di Iorio, a Isernia, dopo i disastri provocati dall’amministrazione di centrosinistra. Ma, probabilmente, Frattura teme ancora di più la ripartenza di chi gli è stato sempre avversario, come Massimo Romano, che in prima persona a starebbe facendo un pensierino alla candidatura a sindaco di Bojano. È chiaro che Iorio è una cosa e Romano un’altra, e i due politicamente non hanno niente da spartire tra loro, ma qualora a Isernia vincesse D’Apollonio e a Bojano il giovane avvocato, per Frattura il cielo si riempirebbe di nubi tempestose. Perchè puoi gestire tutto il potere che hai, come vuoi e con chi vuoi, ma alla fine si finisce sempre per pagare il conto. Anche se bisogna attendere ancora un paio di anni. E all’orizzonte di Frattura si delineano le figure di due nemici implacabili. Iorio e Romano, entrambi ansiosi di rivincita. Senza considerare Micaela Fanelli, finita in naftalina dopo il ritorno in auge di Ruta e Leva alla corte del governatore. Per questo motivo, le elezioni comunali di Isernia e Bojano saranno la cartina di tornasole di quello che realmente sta accadendo in Molise. Una regione dove ci sono gli amici, i soci e gli avvocati di Frattura, da una parte, e i molisani, dall’altra. Fino a qualche giorno fa si pensava che anche nel Pd la posizione del governatore fosse isolata e minoritaria, ma dopo il patto della Cattolica, che segue quello altrettanto inconcludente del marciapiede, nessuno può essere più sicuro di nulla. Con chi sta veramente Frattura? Con la Fanelli e Facciolla, oppure con Ruta e Leva? O con nessuna delle due coppie? Sono domande a cui daranno una risposta proprio le elezioni isernine e bojanesi. Perchè ci si può scommettere, si scateneranno nel centro pentro e in quello matesino notti dei lunghi coltelli e pugnalate alle spalle a ripetizione. Tutti contro tutti, armati fino ai denti, che poi è il canovaccio preferito di quel bel romanzo quasi criminale che è la politica molisana.