Roberto Calabrese torna libero.Il Gip di Isernia ha revocato la misura degli arresti domiciliari per il sindaco di Forlì del Sannio. Nel pomeriggio la decisione del giudice per le indagini preliminari, Ruscito, che ha revocato la misura degli arresti domiciliari per il sindaco di Forlì del Sannio, assistito dagli avvocati Marciano Moscardino e Bice Antonelli. La svolta con l’interrogatorio durante il quale Roberto Calabrese, con i suoi avvocati, avrebbe dimostrato le sue ragioni, decidendo di non avvalersi della facoltà di non rispondere, fornendo al gip la sua versione dei fatti e rispondendo alle domande che gli sono state poste. Estremamente soddisfatta Bice Antonelli che afferma: «Abbiamo dimostrato che non c’erano le esigenze cautelari principalmente per due motivi: il primo perchè Calabrese da tempo non seguiva gli appalti del comune, avendo delegato tutto alla centrale unica di committenza regionale; il secondo perchè è in scadenza di mandato in quanto a Forlì si vota tra pochi giorni. Per il resto seguiremo l’iter dell’inchiesta ma siamo soddisfatti per la decisione del giudice che ha condiviso la nostra tesi». Il primo cittadino era finito al centro dell’inchiesta insieme al fratello, Gian Paolo Calabrese, imprenditore come Angelo Rossi e Donato Terriaca, tutti agli arresti domiciliari dalla scorsa settimana. Altre misure sono scattate per Claudio Favellato, per cui è stato disposto l’obbligo di dimora. Sospensione dai pubblici uffici invece per Lenio Petrocelli, funzionario della Regione ed ex sindaco di Acquaviva. Proprio quest’ultimo, secondo gli inquirenti, era il perno del sistema che riusciva a far ottenere appalti pubblici a ditte ‘amiche’. Nel registro degli indagati sono finte 144 persone. Diciotto invece le amministrazioni comunali risultate coinvolte nella vicenda. Ora si attende l’interrogatorio, fissato per lunedì, degli otto tecnici comunali per cui è stata chiesta l’interdizione dai pubblici uffici.