La provincia di Isernia la sua parte la sta facendo: dalla prefettura ai sindaci, dal personale medico ai cittadini, tutti stando dando il loro contributo nell’accoglienza dei migranti. Ma bisogna fare di più, ora è tempo di migliorare la convivenza. È l’unica possibilità per dare a tutti un futuro sereno, altrimenti si andrà incontro a conseguenze forse irreparabili. Questo il messaggio lanciato durante il seminario promosso dalla diocesi di Isernia-Venafro e dall’Associazione dei medici cattolici italiani. Tra i relatori il cardinale S.E. Menichelli, assistente spirituale nazionale dell’Amci. A margine dell’incontro ha commentato anche le recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno Alfano che, in risposta a un appello della Conferenza episcopale italiana, aveva detto: “Abbiamo un grande cuore ma non possiamo accogliere tutti”. Menichelli ha controbattuto affermando che, come ha detto lo stesso ministro, lui fa un altro mestiere. Mentre per la chiesa l’accoglienza resta un punto fermo. C’è di più: ora è tempo di integrarsi, di convivere pacificamente. Perché – ha detto ancora il cardinale Menichelli – la Terra non è di proprietà di qualcuno, è di tutti. Quindi: o si impara a convivere, a volerci bene gli uni con gli altri, oppure non si sa dove si andrà a finire. Durante i lavori del seminario è stato lanciato anche un altro messaggio: ciò che non si conosce non deve far paura o, peggio, essere respinto. I fatti – ha detto monsignor Di Tora, responsabile nazionale dell’Ufficio Migrantes – stanno dimostrando che i migranti possono diventare una ricchezza, una grande risorsa. Bisogna partire dai valori comuni – in primis la pace – per costruire qualcosa di buono, tutti insieme.