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sabato, Dicembre 21, 2024

Sindaco Isernia, lezione amara per la sinistra

AttualitàSindaco Isernia, lezione amara per la sinistra

gentiledi Alberto Gentile
Pseudo dirigenti, pseudo strateghi è giunto il momento di prendere atto che dal 2007 lavorano per distruggere il partito democratico. Salvando i candidati che di volta in volta sono stati buttati nell’arena delle elezioni (De Vivo-Brasiello-Fomichelli)  che hanno avuto solo la colpa di non conoscere le dinamiche del pseudo partito democratico di Isernia e del Molise tutto, sono stati illusi da un comitato elettorale permanente che gestisce le poltrone in maniera verticistica senza avere una base di partito e senza creare una cultura dirigenziale per amministrare prima il partito e poi una città.
Il primo esperimento del cosiddetto «partito della nazione» è partito da Isernia tre anni fa: tagliare o comunque ridimensionare la sinistra per inglobare la destra senza tenere conto della delle radici e non considerando che lo spostamento al centro avviene per passaggi culturali e non attraverso personaggi pseudo centristi.
Quale sarebbe il patto sociale che il partito democratico propone ai cittadini molisani; forse quello della promessa di un incarico ai giovani che eroicamente rimangono nel Molise o una idea per aiutare i giovani, i più deboli, degli sconfitti e dei perdenti posto di lavoro dell’ormai sistemica crisi. di cui nessuno più si fa carico.
Il comitato elettorale permanente del partito democratico, composto da pseudo dirigenti e pseudo strateghi della «pochette» e della camicia siglata, improvvisatori ed anche autentici subacquei con la cannuccia, prendano atto della loro incapacità e del fallimento della gestione di un partito che non esiste più e tornino a gestire, ove possibile, al massimo, l’Ente comunale di assistenza, almeno per comprendere i bisogni dei cittadini.
Gestire un partito significa gestire un soggetto collettivo fatto di «intelligenze» e « esperienze diverse», significa rappresentare e rappresentare significa responsabilità di fronte alle generazioni che passano, di fronte alla storia.
Un partito non è uno strumento per soddisfare le aspirazioni personali, pur legittime, ma è un mezzo di rappresentanza socio-politico che può, infine, anche soddisfare un’aspirazione personale per chi ne ha le qualità.
Chi ha un pizzico di dignità, può «PRENDERE ATTO» e dimettersi.

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