La terra torna a tremare in Basso Molise. La scossa di terremoto di magnitudo 3.5, con epicentro a Larino e una profondità di 21 chilometri, avvenuta alle 21.52 di martedì 9 agosto, è stata chiaramente avvertita dalla popolazione.
Tanta la paura nei centri del cratere sismico, a Termoli e sulla costa ma il sisma si è sentito anche a Vasto, San Salvo e in altri comuni al confine con l’Abruzzo.
Numerose le chiamate al centralino dei Vigili del Fuoco per chiedere informazioni ma non sono arrivate richieste di intervento per eventuali danni.
A Larino, il centro più popoloso colpito dal sisma di quattordici anni fa, è stato attivato il piano di monitoraggio. ”Abbiamo avviato dei sopralluoghi – ha spiegato il sindaco Vincenzo Notarangelo – e, allo stato, non ci sono criticità. Le verifiche continuano in un’ottica di prevenzione e monitoraggio anche dei fabbricati lesionati in passato e non ancora interessati dai lavori di ricostruzione”. La questione della vulnerabilità, di fatto, non può passare in secondo piano in quanto ci sono diversi edifici puntellati o rimasti danneggiati anche nel 2002 che nel tempo si sono, in sostanza, indeboliti e potrebbero risentire di queste ulteriori sollecitazioni con l’aggravamento della loro staticità.
A distanza di tanto tempo e di altre scosse rilevate in questi anni restano i dubbi e i ritardi sul completamento della ricostruzione. Diversi cantieri sono ancora fermi e le imprese, anche a rischio chiusura, aspettano i pagamenti e chiedono alla Regione procedure più veloci per portare liquidità in cassa. Per molti imprenditori diventa, in sostanza, quasi impossibile anticipare le spese per i materiali e per la manodopera in mancanza di fondi tempestivi: il risultato è quello di trovare impalcature montate ma vuote e gli operai che restano a casa.