Quello delle spese folli della Regione Molise sembra essere un capitolo ormai senza fine. Con due provvedimenti del 29 agosto sono stati impegnati ben 396mila euro per le spese di telefonia fissa e mobile. Oltre mille euro al giorno per i collegamenti di una struttura elefantiaca e sproporzionata rispetto al reale fabbisogno di una regione che conta poco più di 300mila abitanti. Lo stesso giorno, con un altro provvedimento, la Regione ha stanziato 100mila euro per spostare i mobili da un ufficio all’altro.
Il viaggio all’interno delle spese regionali più si va avanti a scavare e più assume le fattezze di un girone dantesco, una bolgia infernale dove tuttavia sulla graticola non vengono mai posti i colpevoli ma gli innocenti. E gli innocenti sono sempre gli stessi: i cittadini molisani le cui tasche sono letteralmente depredate ogni giorno per pagare i costi di un sistema regionale elefantiaco e fuori misura, letteralmente sproporzionato per una entità territoriale ridottissima e una popolazione di poco superiore ai 300 mila abitanti. Alle poche genti corrisponde sempre e costantemente una dimensione inversamente proporzionale di costi e spese per mantenere in vita un apparato burocratico e una classe politica tra le più infelici della Repubblica e, tornando indietro, persino dell’Italia preunitaria.
Questa volta parliamo di telefoni. Telefonia fissa e mobile, un capitolo per il quale due recenti determine dirigenziali, la 4027 e la 4028 del 29 agosto 2016 hanno impegnato la considerevole cifra di 396 mila euro così suddivisi: 350mila per la telefonia fissa e 46 mila per quella mobile.
Ma c’è dell’altro. Quella del 29 agosto deve essere stata una giornata particolarmente danarosa per la Regione. Con un’altra determina, questa volta la 4026 sono stati impegnati altri 100 mila euro all’anno per il “trasporto mobili e suppellettili […] nonché per il servizio di facchinaggio relativo alla gestione degli archivi regionali”.
I dati, nella loro rappresentazione nuda e cruda, sono un’offesa quotidiana rispetto al livello di povertà dilagante. In questo caso i costi della Casta non c’entrano. Il capitolo della politica è a parte. Questi sono i costi della burocrazia, di una struttura mastodontica a cui, insieme alla politica, una massiccia cura dimagrante non farebbe male.