Dopo quella presentata dai consiglieri Scarabeo, Lattanzio e Totaro, è stata presentata una seconda proposta di legge elettorale regionale, sottoscritta e deposita dai consiglieri Vincenzo Niro, Cristiano Di Pietro e Giuseppe Sabusco. Diverse le novità: prima di tutto spariscono le due circoscrizioni provinciali e si va verso il collegio unico regionale; sparisce il voto disgiunto, per cui non si potrà più votare il consigliere di uno schieramento e il presidente dell’altro; sparisce anche il listino maggioritario, il cosiddetto gratta e vinci; così come sparisce la clausola di salvaguardia per il candidato presidente sconfitto che, se vuole entrare in consiglio, dovrà necessariamente candidarsi anche nel proporzionale; prevista la tutela di genere, per cui se l’elettore dà due preferenze, la seconda deve essere obbligatoriamente di genere (femminile o maschile) diverso; ci sarà il turno unico e infine il presidente che vince prende il 60% dei consiglieri, ma fino a un massimo di tredici, perchè c’è il blocco di sette consiglieri che dovranno comunque andare alle minoranze. «La nostra proposta di legge – ha affermato Vincenzo Niro – prevede un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza sulla base di liste regionali concorrenti che a loro volta possono essere raggruppate in coalizioni collegate ad un candidato alla Presidenza della Giunta regionale. Ciò consente di assicurare il raggiungimento di obiettivi ineludibili da parte di ogni buon sistema elettorale: adeguata rappresentanza nell’organo assembleare di tutto il territorio regionale nel fermo rispetto della norma statutaria, anche in considerazione della consistente riduzione del numero dei consiglieri regionali, e assoluta necessità di governabilità dell’ente». Ora lo scontro o la mediazione si spostano in commissione, sarà lì che bisognerà fare una sintesi tra la proposta Scarabeo-Lattanzio-Totaro e quella Niro-Di Pietro-Sabusco. In pratica le due ipotesi di nuova legge elettorale regionale divergono su tutto, ricordiamo infatti che la prima mantiene il voto disgiunto, divide la regione in tre collegi, Campobasso, Isernia e Termoli, e prevede il ballottaggio tra i due migliori risultati del primo turno, se nessun candidato presidente raggiunge il 40%. Sarà una bella battaglia perche le due proposte sostanzialmente sono l’una il contrario dell’altra.