A meno di un mese dal referendum costituzionale, Renzi torna a offendere il Molise. “In Molise i consiglieri regionali sono tutti contro – ha detto riferendosi al fronte del No– perché con la riforma prenderanno quanto il sindaco di Campobasso. E’ chiaro che non difendono la Costituzione ma i loro privilegi”. Questa la sconcertante dichiarazione del premier resa durante un incontro a Frosinone. A riportarolo le agenzie giornalistiche “Dire” e “Italpress”.
“In Molise i Consiglieri regionali sono tutti contro, sono del PD ma sono contro” è quanto ha detto il premier Matteo Renzi durante un incontro a Frosinone per la campagna referendaria. Il Capo del governo ha poi spiegato la sua affermazione e ha aggiunto: “Sapete perché? Perché con la riforma dovranno prendere lo stesso stipendio del sindaco di Campobasso. E’ chiaro che non stanno difendendo la Costituzione ma solo i loro privileghi”. Non contento, Matteo Renzi ha poi aggiunto con perfidia direttamente proporzionale all’arroganza che spesso lo contraddistingue: “Il Molise, nota regione con un sacco di abitanti …”.
Ora, premesso che la classe politica molisana sino a quando costerà ai contribuenti tra gli 11mila e i 13mila e 500 euro al mese per ciascun consigliere è e resterà una classe politica che deve arrossire di vergogna ogni volta che si trova al cospetto della povera gente, è chiaro che ciò non autorizza il presidente del Consiglio pro tempore ad offendere rappresentanti istituzionali che a differenza sua qualcuno, quantomeno, ha provveduto ad eleggere.
Matteo Renzi, evidentemente, è un uomo confuso e confusionario e la tremarella di un esito a lui infausto del referendum lo porta a vagare nelle nebbie e a non riconoscere più nemmeno i propri compagni di viaggio. Se il governo avesse sede in un aeroporto, questo non sarebbe mai quello di Punta Raisi a Palermo, dove splende il sole, ma quello di Linate a Milano dove impera perenne il nebbione della Pianura padana. Nella nebbia da tremarella, Renzi ha dimenticato che del PD, in Molise, fa parte l’uomo politico più in vista della regione, aperto sostenitore del SI. Stiamo parlando del presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura che per Renzi, evidentemente, deve far parte del vecchio Partito Liberale o di quello Monarchico. Di tutti i partiti presenti e futuri, fuorché del PD.
Viene da chiedersi se gli eredi abusivi di quella tradizione che si richiama a Berlinguer e Moro – che si rigirano nella tomba ogni volta che questi signori danno fiato alla bocca – si parlino tra loro. Ma Renzi lo sa chi è Frattura, a quale partito è iscritto e cosa ha dichiarato pubblicamente di votare al referendum?
Se non riescono a parlarsi tra loro, gli suggeriamo che nel nebbione della Pianura padana comunichino almeno con le bandierine, proprio come quando parcheggiano gli aerei. Almeno eviteranno di collidere tra loro e di far ridere tutta l’Italia.