Continua l’offensiva del premier Renzi contro il PD molisano. Il capo del Governo ha messo da settimane nel proprio mirino i consiglieri regionali del suo stesso partito, accusati di votare NO al referendum costituzionale per mantenere indennità e privilegi.
Parlando a La7, ospite di Lilli Gruber nel corso della trasmissione Otto e Mezzo, il presidente del Consiglio e segretario nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha rifilato l’ennesima legnata al PD molisano. Nel giro di pochi giorni, davanti all’intera Nazione, Renzi ha rappresentato il Partito democratico del Molise come modello negativo, rimarcando il fatto che tutti i consiglieri regionali del PD voteranno NO al prossimo referendum costituzionale per difendere i propri privilegi. Primo tra tutto, quello della lauta indennità di cui sono beneficiari.
Il discorso del premier è bugiardo, per due ragioni. La prima è che non tutti i consiglieri del PD votano NO. Paolo di Laura Frattura, ad esempio, vota SI. Ma questa è la bugia minore. Quella più grossolana, volgare e offensiva per l’intelligenza dei molisani, è il voler far credere che chi vota SI, lo fa perché intende tranciare la propria indennità. Niente di più falso. Frattura, ad esempio, se intendeva ridurre la propria indennità – come aveva promesso parlando in campagna elettorale dalla piazza di Collodi – poteva proporre una legge regionale di un solo rigo. Non lo ha fatto e continua a costarci la bellezza di 13500 euro mensili. C’era anche un’altra strada, volendo, quella ad esempio imboccata dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle, ovvero l’autoriduzione del bottino percepito a fine mese. Frattura non ha fatto né l’una né l’altra cosa, sgombriamo quindi il campo da questa barzelletta dell’indennità ridotta e della volontà di ridursela.
In realtà le ragioni che spingono Frattura al SI sono altre e sono le medesime che animano il segretario regionale del PD Micaela Fanelli: restare abbarbicati alla propria poltrona e lucrarne i risultati alle elezioni delle primavera 2018, salvo anticipi sulla naturale scadenza per le regionali e le politiche.
Nessuno si illuda, e nessuno caschi nel bluff del premier che associa il SI a propositi di riduzione delle indennità. Sullo sfondo della vicenda è vergognoso l’appecoronamento dei vertici politici e istituzionali del PD Molisano. La coppia Frattura-Fanelli, invece di stracciare la tessera del partito, pare disposta ad accettare ogni umiliazione pur di salvare il seggiolone e la seggiolina su cui siedono. Il PD molisano è diventato lo zimbello d’Italia ma loro fanno spallucce. Frattura, nemmeno fosse in compagnia di Wanda Osiris, solo qualche giorno fa ha sbandierato ai quattro venti una sua foto con Renzi fatta sul lungomare di Pescara e ha promesso, sprezzante del senso del ridicolo: «Presto Renzi sarà in Molise». Fatta la foto, pare che Renzi lo abbia congedato al modo dei frati di certi ordini monastici: «Fratello – gli ha sussurrato in un orecchio – ricordati che devi morire». Politicamente, s’intende. Ma Frattura, come se niente fosse, ha continuato a ridere.