Dopo il voto referendario, la Casta corre ai ripari sul tema del taglio alle indennità. Presentata in Regione una proposta di legge, al momento unico firmatario il consigliere Ioffredi. Un intervento di facciata che abbassa di soli 2500 euro la spesa base per consigliere, portandola da 11.250 euro al mese a 8.750.
Dopo la valanga di NO con la quale il popolo ha seppellito Matteo Renzi, la riforma Renzi, Giorgio Napolitano e Maria Elena Boschi che alla riforma aveva dato il nome, la Casta regionale corre ai ripari. A firma del consigliere di Sinistra Ecologia e Libertà, Domenico Ioffredi, è stata presentata una proposta di legge tesa a modificare le indennità dei consiglieri regionali. Di soli 2500 euro il taglio complessivo che porterebbe così la spesa base dagli attuali 11.250 euro agli eventuali 8.750 per ciascun consigliere. Un intervento, come si comprende, tardivo e di facciata. Va detto che tra i samurai regionali, Ioffredi è l’unico a tentare questo parziale harakiri. Gli altri se ne guardano bene, a cominciare proprio dal presidente Frattura che al referendum ha sostenuto il SI con l’intento di ridurre – a chiacchiere – i costi dei Paperoni regionali. Una finta quella di Frattura e, a bene vedere, anche quella di Ioffredi che, nel corso di una conferenza stampa, ha detto di essere pervenuto a tale gesto dopo aver “girato in lungo e in largo il Molise e aver compreso come i tempi siano cambiati”. “La crisi morde alle caviglie”, ha detto, controllandosi all’istante scarpe, pedalini e pantaloni, trovandoli buon per lui tutti in perfetto stato. Alle sue caviglie, evidentemente, la crisi non a morso. A Ioffredi, tuttavia, va dato atto di essersi svegliato da un letargo durato quarantaquattro mesi, tanti quanti quelli trascorsi dall’insediamento della consiliatura regionale in corso. Quarantaquattro, moltiplicato per la spesa base mensile minima procapite per ciascun consigliere, fa la iperbolica cifra di 495.000 euro spesi solo per il consigliere Ioffredi, mezzo milione di euro, un miliardo delle vecchie lire la cui contropartita in favore dei cittadini nessuno ha ancora compreso. Al netto dei consiglieri del Movimento 5 Stelle, gli unici che effettivamente e sin dall’inizio hanno ridotto pesantemente la propria indennità, e considerati gli emolumenti ancora più consistenti che riguardano il presidente della Giunta e quello del Consiglio, che viaggiano a 13500 euro al mese; aggiunta la spesa per gli assessori esterni, in tre anni e mezzo il Molise ha speso circa 11milioni di euro. Quasi due volte il prezzo a base d’asta per acquistare lo Zuccherificio del Molise, ovvero una delle tante aziende in crisi della regione. Considerando che il reddito medio annuo di un molisano è stimato attorno ai 9mila euro, la proporzione, o meglio la sproporzione, appare in tutta la sua agghiacciante realtà. In un mese, un consigliere Regionale del Molise porta a casa quello che un molisano porta a casa in un anno. E anche qualche cosa di più. Sono passati quarantaquattro mesi dall’inizio di questa consiliatura, e a ricordarlo è lo stesso Ioffredi. Quarantaquattro, come i gatti di una famosa canzone e, a ben guardare, gli inquilini del Palazzo più che consiglieri regionali da come se la ridono sembrano i vincitori dello Zecchino d’Oro.