Sempre più cupo il futuro degli ex lavoratori Ittierre, ora in forza alla Oti. Alla vigilia del nuovo incontro fissato alla Prefettura di Isernia per definire i vari passaggi della cassa integrazione, dal tribunale di Milano è infatti arrivata la notizia del fallimento della IKF, la società che controlla l’azienda di Pettoranello. Una vera e propria doccia gelata per i circa 40 dipendenti, ma le speranze di salvare il salvabile, di ottenere almeno qualche ammortizzatore sociale, restano ancora in piedi. Anche se l’incontro di domani è stato rinviato a data da destinarsi, le pratiche per la cassa integrazione ordinaria stanno andando avanti. L’Inps ha già analizzato la situazione, ma ha chiesto altra documentazione per chiudere la pratica. Il via libera non è però scontato. Anche per questo nelle prossime ore i sindacati si incontreranno per analizzare la situazione e per individuare le eventuali alternative. Intanto non è detto che il fallimento della società capogruppo coinvolga direttamente la Oti. Anche l’azienda tessile molisana ha infatti avanzato una richiesta di concordato preventivo. L’epilogo potrebbe essere diverso rispetto alla IKF, a maggior ragione perché sarebbe in fase avanzata la trattativa per la cessione della Oti ad Angelo Labbate, imprenditore italo-canadese, originario di Pietrabbondante. Conferme, in tal senso, sono arrivate da Amico Antonelli della Uiltec. Sull’ipotetico cambio di proprietà il sindacalista ci va cauto, mentre nell’immediato a suo avviso la strada percorrere è quella della cassa integrazione in deroga. Al momento altre alternative convincenti non ce ne sono.