Crea imbarazzo in Regione la posizione del sub Commissario alla Sanità imposto dal Governo Renzi al Molise. Il dott. Gerardo Di Martino, negli anni tra il 2004 e il 2007, è stato un altissimo collaboratore della Cattolica, la medesima struttura alla quale egli, oggi in veste pubblica, pone attenzione nel processo di integrazione con l’Ospedale Cardarelli. Se sul piano formale non sussistono impedimenti, su quello dell’opportunità le cose cambiano. Per Gerardo Di Martino la Regione Molise spende ogni mese 14mila e 600 euro di propria tasca.
Il volto e la voce del dottor Gerardo Di Martino, sub commissario alla Sanità, li conoscono davvero in pochi. Lo stretto necessario, ovvero la stretta cerchia della struttura commissariale e i collaboratori con i quali porta a compimento la missione che il 18 maggio 2015 gli è stata affidata dal Governo allora presieduto da Matteo Renzi: affiancare il Commissario ad acta, Paolo di Laura Frattura, nella predisposizione degli atti e dei provvedimenti necessari ad applicare il Piano di rientro dal disavanzo sanitario. A retribuire il dott. Di Martino, imposto da Roma, ci pensa la Regione Molise con i quattrini prelevati da un apposito capitolo di bilancio. La spesa dei molisani è di 134mila 436 euro all’anno , oltre agli oneri riflessi. La media è di 14mila 599 euro al mese puntualmente stanziati ed erogati. L’ultimo provvedimento in tal senso, firmato dalla ben più nota Marinella D’Innocenzo, Direttore generale per la Salute è dello scorso 25 gennaio: per la precisione si tratta della determina direttoriale n. 8.
E con questo siamo nell’ambito delle cose note e che andiamo ripetendo da tempo. Ciò che è emerso in queste ore, lo si attinge direttamente dal curriculum del dott. Di Martino il quale, tra i numerosi e prestigiosi incarichi ricoperti, è stato nel periodo tra il 2004 e il 2007 un collaboratore di altissimo livello dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sia per le sedi padane che per il policlinico Gemelli di Roma.
Ora, certamente il dott. Di Martino è uno dei protagonisti del lavoro preparatorio collegato al Piano di rientro, verosimilmente lo è anche del Piano di riordino sanitario voluta da Paolo di Laura Frattura e a cui il piano di rientro è collegato. Tra le condizioni inderogabili apposte dal Tavolo tecnico nazionale e dalla Conferenza Stato-Regioni al Piano operativo predisposto da Frattura, vi è l’obbligatoria integrazione tra l’ospedale Cardarelli di Campobasso e la Cattolica. Bene, se sul piano formale l’eventuale partecipazione del dott. Di Martino al confezionamento di tale integrazione non pone problemi, sul piano sostanziale, e precisamente su quello della opportunità, qualche imbarazzo lo pone. E’ normale che un ex manager della Cattolica, ovvero una struttura privata, partecipi oggi in veste pubblica a tale processo di integrazione che riguarda il suo ex datore di lavoro? Ma il Molise non è una regione normale, altrimenti nessuno si sognerebbe di scrivere a monte dei 14mila e rotti euro spesi ogni mese per il dott. Di Martino che “la spesa è coerente col Programma Operativo Sanitario; per capirci, quello che ha tagliato i pannoloni ad anziani e disabili”.