di PASQUALE DI BELLO
Maggioranza in frantumi e centrosinistra allo sbando in Regione. E’ polemica a viso aperto sulla legge istitutiva dell’Egam, l’ente di gestione delle risorse idriche molisane. Dopo la bocciatura del Tar il provvedimento è finito nella palude del Consiglio regionale. Dopo una accesa discussione e la presentazione di numerosi emendamenti, l’approvazione della legge slitta ancora una volta. Se ne riparlerà al prossimo consiglio regionale. Tra le questioni aperte, il riconoscimento di una indennità agli organi dell’ente.
Acque agitate nel centrosinistra e maggioranza in frantumi sulla proposta di legge istitutiva dell’Egam, l’ente di gestione delle risorse idriche molisane, un progetto lunare voluto strenuamente dal presidente della regione Frattura e dall’assessore alle infrastrutture Nagni e già costato ai molisani la bellezza di 67mila euro per il pagamento di due super consulenti i cui consulti, uffici e suggerimenti non hanno prodotto granché visto il pandemonio che si è scatenato. Perché a questo siamo, ad un marasma a mozzafiato che ha portato all’ennesimo rinvio della votazione dopo un dibattito che si è protratto per ore e che ha prodotto una dose di emendamenti da stordire un rinoceronte. Quello che appare chiaro è che la maggioranza ormai in Consiglio regionale non esiste più: a puntare i piedi sono in diversi e a difendere Frattura sono rimasti soltanto alcuni samurai alla Di Nunzio, Ciocca e Monaco, resti insignificanti di un esercito ormai allo sbando.
Il tema centrale della questione è il pericolo di un affidamento ai privati della gestione delle reti idriche. Si dice e si ripete con voce stentorea ogni volta e da tutti: l’acqua è un bene pubblico e tale deve restare. Una affermazione insignificante se poi la rete che la distribuisce può finire in mano ad un privato che, per una ragione qualsiasi, può chiudere a piacimento il rubinetto. Per superare l’obiezione la ricetta messa in campo è questa: affidare a Molise Acque, ente pubblico, la gestione delle reti. Per farlo occorre però una legge regionale che modifichi le competenze di Molise acque; e qui cominciano i problemi e le strade si separano. La linea delle opposizioni – espressa da Michele Iorio è quella di contestualizzare l’istituzione dell’Egam con la trasformazione di Molise acque; quella della maggioranza – sintetizzata in un emendamento presentato dal comunista Ciocca – è quella di rinviare ad un momento successivo la trasformazione sempre di Molise acque. Dal caos che alligna sovrano, si capisce che nessuno, né tra i banchi dell’opposizione né tra quelli della maggioranza, si fida di un rinvio al futuro degli interventi su Molise Acque. Quest’ultima, secondo la lettura che ne da l’ex presidente della Regione Iorio, dovrebbe trasformarsi in una società per azioni la cui maggioranza pubblica dovrebbe essere nelle mani dei comuni. Indovinare quale sarà l’esito di questo braccio di ferro è arduo. Bisognerà attendere il consiglio regionale di martedì prossimo, salvo ulteriori sorprese. In quella sede i molisani capiranno anche l’esito della proposta Petraroia, quella di stabilire una indennità per gli organi dell’Egam. Ovvero altre spese per un altro carrozzone. Al momento l’unica cosa certa è l’idea del consigliere Ciocca, Mozart del proletariato internazionale, che a pugno chiuso e di rosso vestito afferma solenne in un messaggio a pagamento: “Acqua del Molise: Si alla solidarietà ma equo riconoscimento e compensazioni adeguate”.
Seguono, da casa, gli applausi.