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giovedì, Dicembre 26, 2024

Legge elettorale regionale, Vincenzo Cotugno: no al voto disgiunto e sei seggi per Isernia

AttualitàLegge elettorale regionale, Vincenzo Cotugno: no al voto disgiunto e sei seggi per Isernia

Nuova legge elettorale regionale, la terza proposta, quella di Cotugno, annunciata da mesi, è stata presentata alla stampa e agli amministratori a Isernia, volendo, come dice il rappresentante di Rialzati Molise: «Lanciare un segnale ben preciso verso la provincia pentra, attualmente numericamente sottodimensionata in consiglio regionale. Era un’esigenza condivisa ed avvertita – continua Cotugno – quella del riequilibrio territoriale e ho voluto presentare la mia proposta nel luogo simbolicamente più significativo: l’aula del consiglio provinciale di Isernia, insieme al presidente Coia e al sindaco d’Apollonio che, entrambi, più volte avevano fatto sentire la loro voce in difesa del loro territorio». ‭Insomma, Cotugno – con l’evento di Isernia – ha voluto far capire che l’atteggiamento del consiglio regionale, di cui lui è il vertice, è consapevole del fatto che Isernia e la sua provincia, nel 2013, sono stati defraudate di un’equa rappresentanza grazie ai meccanismi di una legge, il cosiddetto Tatarellum, oramai superato dai fatti e dalla storia. Il Molise è l’unica regione italiana che ancora lo conserva, non essendo mai riuscita, dal ’95, a regalarsi una propria legge elettorale regionale. Ricordiamo che il Tatarellum innovò la legge precedente, inserendo l’elezione diretta del presidente e il listino maggioritario, del cosiddetto ‘gratta e vinci’. Oggi si cambia, ha detto Cotugno e vediamo come, elencando le maggiori novità della proposta di Rialzati Molise. Spariscono listino e voto disgiunto, i collegi sono due: Campobasso e Isernia, ma sono bloccati. Il che vuol dire che c’è un minimo di sei consiglieri garantito dalla legge per il collegio di Isernia. Così com’è bloccato il numero di consiglieri previsto per la provincia di Campobasso: tredici. ‭Ai diciannove consiglieri eletti col proporzionale, vengono sommati il presidente che vince e il secondo candidato governatore (in termini di voti rispetto agli altri), per un totale di ventuno consiglieri regionali. ‭Sparisce la doppia preferenza, ce n’è una sola e la parità di genere dovrà essere garantita, ma solo nelle liste con il 40%, non con le preferenze. Ragion per cui per le donne continuerà ad essere un’impresa essere elette in consiglio regionale. ‭Ci sarà un limite di mandato. Ovvero nessuno potrà essere eletto più di due volte in consiglio regionale. ‭Per gli schieramenti, vince e si aggiudica 13 seggi lo schieramento che raggiunge almeno il 45%, si aggiudica dodici seggi lo schieramento che vince senza raggiungere il 45%. Ci sarà uno sbarramento del dieci per cento per ogni schieramento e del 3% per ogni lista che farà parte di un’alleanza. Al di sotto, non si entra. ‭Queste le principali novità, ma ora arriva la fase più difficile: quella della sintesi tra i tre disegni di legge (Niro, Scarabeo-Lattanzio-Totaro, Cotugno). Un solo collegio, tre collegi, o due collegi? ‭E poi no al voto disgiunto (Niro e Cotugno) o sì (Scarabeo-Totaro-Lattanzio)? ‭Belle domande, ma almeno su una cosa sono d’accordo tutte e tre le proposte: sparisce il listino – o gratta e vinci – ed era ora, non se ne poteva più di gente che, senza un voto, entrava in consiglio, magari a dispetto di chi ne aveva raccolti a centinaia. I tempi sono ridottissimi, o si raggiunge un accordo e la legge passa prima delle ferie estive, o non se ne fa nulla perchè si entrerebbe nel cosidetto semestre bianco, che impedirebbe la votazione di una nuova legge elettorale. Ma vista l’aria che tira sull’Egam, sarà dura riuscire a trovare i numeri per varare una nuova legge elettorale prima delle ferie. Un’impresa ardua, ma non impossibile.

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