di PASQUALE DI BELLO
Egam, passa la legge ma per Frattura è una sconfitta politica. Finisce 10 a 9 grazie all’astensione di Nunzia Lattanzio che va in soccorso di un centrosinistra ormai agonizzante. La risicata maggioranza che ha approvato la legge è l’indice di una resa dei conti ormai in atto. I prossimi mesi saranno pieni di insidie e trappole per Frattura, a partire dalla legge elettorale.
Al termine di una giornata al calor bianco, passa per dieci voti contro nove la legge istitutiva dell’Egam, l’ente chiamato a gestire le risorse idriche molisane. A salvare la maggioranza di centrosinistra, spaccata e agonizzante, c’ha pensato la consigliera Nunzia Lattanzio che, sul voto finale, si è astenuta. Ha pesato in aula anche la sedia vuota del consigliere di centrodestra Sabusco, assente per altri impegni. Al netto del risultato numerico, che apre di fatto alla gestione privata dell’acqua pubblica, il dato effettivo da prendere in considerazione è la sconfitta politica del centrosinistra, quello che sostiene Paolo di Laura Frattura, e dal quale si sono sfilati i consiglieri Niro, Petraroia, Scarabeo e Totaro. La Lattanzio, che faceva parte del plotone d’esecuzione politico schierato insieme a grillini e centrodestra per impallinare Frattura, all’ultimo momento ha riposto la carabina e invece di sparare ha preferito correre nei prati con la retina a caccia di farfalle. E’ andata a finire come nessuno avrebbe pensato, specialmente Frattura che aveva immaginato di fare una passeggiata. Così non è stato. In apertura di seduta a sparigliare le carte c’ha pensato Michele Petraroia che ha presentato un emendamento teso ad affidare ad una azienda di diritto pubblico, composta da Molise Acque e dalla stessa Egam, la gestione integrata delle risorse idriche. Una via d’uscita, quella di Petraroia, che blindava in mani pubbliche tutto il ciclo dell’acqua. Al momento del voto si sono capite la reale intenzione di Frattura e soci, ovvero lasciare la porta aperta ai privati. L’emendamento Petraroia non è passato, bocciato dalla maggioranza. Al momento del voto, proprio per evidenziare la scelta paraprivatistica della maggioranza e lo stato di coma del centrosinistra, i consiglieri presenti di centrodestra, Iorio, Cavaliere e Fusco, hanno lasciato l’aula. Tutti e tre sono rientrati per la votazione finale nella convinzione che Lattanzio mantenesse la posizione. Così non è stato ed è prevalsa la scelta della corsa nei prati a caccia di farfalle. Frattura si è salvato quindi per il rotto della cuffia e se si considera che tra i suoi sponsor oggi vi erano due transfughi passati dall’opposizione alla maggioranza, ovvero i consiglieri Micone e Monaco, è chiaro che il centrosinistra non esiste più. I molisani, annotando nomi e soprattutto cognomi, si ricorderanno di tutto alle elezioni.
Insomma, una giornata da sepolcri imbiancati la cui unica nota di colore è stata la cravatta rosa psichedelico, da vero hippy, del consigliere Di Nunzio, un esemplare visto l’ultima volta nel 1967 a San Francisco al tempo dei figli dei fiori.