di PASQUALE DI BELLO
“I semi che abbiamo piantato oggi fioriranno in autunno”. Con queste parole il senatore del PD, Roberto Ruta, ha commentato il lusinghiero risultato ottenuto da Michele Emiliano in Molise. Un 23% che in alcuni casi ha toccato vette davvero impensabili come a Campobasso dove la mozione Emiliano si è attestata su una dato del 40%, percentuale nazionale seconda solo a quella di Bari dove Emiliano giocava in casa.
Il commento ai risultati del Congresso celebrato dal PD il 30 aprile e che ha incoronato nuovamente Matteo Renzi segretario del partito, è stata anche l’occasione per un discorso di prospettiva in vista delle prossime elezioni regionali. Ruta ha ribadito l’idea che si debba andare verso un turno di primarie di coalizione che permetta al centrosinistra di individuare il nuovo candidato alla presidenza della Regione. Ruta non lo dice apertamente, ma i fiori a cui evidentemente pensa sono dei crisantemi da portare a mazzi sulla tomba politica di Frattura. Le primarie altro non sono che lo strumento per celebrarne le esequie, visto che non vi sarebbe nessuna ragione al mondo per disarcionare un presidente di cui si condivide l’operato. I due non vanno più d’accordo da tempo, da quando a bordo di un marciapiede continuavano a raccontare le sorti magnifiche e progressive del centrosinistra molisano. L’idillio è finito da tempo, morto e stecchito sullo stesso marciapiedi come fosse il remake di Willy il Coyote schiacciato dal treno.
Al di là del detto e non detto, resta il dato di fondo. Nel centrosinistra sono iniziate le manovre per mandare Frattura a casa e la conferenza stampa di Ruta, seppure con linguaggio botanico, lo ha fatto capire. Adesso resta da capire se in autunno oltre ai fiori nasceranno anche gli ortaggi. Frattura, travestito da spaventapasseri, aspetta di saperlo immobile in mezzo al campo.