di PASQUALE DI BELLO
L’ultima immagine disponibile del presidente Frattura ce lo mostra col cappello da ferroviere in testa, ritratto nel corso della carnevalata messa in scena insieme all’assessore Nagni e al consigliere Ioffredi per il varo dei treni Swing in Molise. Se ve ne fosse una più recente di immagine, probabilmente ce lo mostrerebbe questa volta con un copricapo di garze e cerotti per via dell’ennesima legnata ricevuta dal Tar. Parliamo di Sanità, poiché i giudici amministrativi regionali hanno annullato con la sentenza 250 hanno dichiarato l’annullamento dei provvedimenti del Commissario ad acta nella parte in cui determinano la trasformazione dell’Ospedale Vietri in Ospedale di Comunità.
Il concetto chiave adottato dai giudici e che sembra proprio non voglia entrare nella testa del presidente-commissario, è molto semplice: le misure di riorganizzazione che il commissario ad acta è tenuto ad adottare nel perseguimento del Piano di rientro – scrivono i giudici – devono ispirarsi al contenimento della spesa, ma pur sempre nel rispetto della garanzia dei livelli essenziali di assistenza. I magistrati, del resto, non hanno fatto altro che riprendere un analogo principio statuito dalla Corte costituzionale. Nel difficile bilanciamento tra il principio dell’equilibrio finanziario e la tutela costituzionale dei diritti incomprimibili – scrivono dalla suprema corte – debba darsi prevalenza a questi ultimi, statuendo che il rilievo costituzionale del diritto fondamentale, qual è quello alla salute costituisce un limite invalicabile all’intervento del legislatore”
Ora, se questo vale per il legislatore in astratto e in assoluto figuriamoci se non vale anche per Paolo di Laura Frattura che sarà pure presidente commissario ma di certo lo è pro tempore.
La frittata però è fatta, e l’ospedale di Larino è già ospedale di Comunità. Inoltre Frattura, col compare Gentiloni, ha fatto divenatre il Piano Operativo legge dello Stato proprio per aggirare i ricorsi al giudice amministrativo. Quello che si potrà fare, probabilmente, è ben poco ma ciò non toglie che quella varata da Frattura è una riforma non solo odiosa nei contenuti ma strampalata nell’impostazione. Come capo dell’esecutivo regionale, il suo valore è pressoché nullo. Non sappiamo come Capo stazione o macchinista di treno, ma se i risultati sono questi, è meglio che col trenino resti a giocarci a casa sotto l’albero di Natale. Oltre a far deragliare il Molise, e prima tra tutte le cose la sanità, non vorremmo uscisse dai binari già in stazione.