di PASQUALE DI BELLO
Il nuovo treno Swing, propagandato, strombazzato e varato da un gruppo di coppoloni, ha fatto cilecca al primo viaggio. Artrivato alla stazione di Zagarolo, che per restare alle cose da ridere fa rima con la famosa Piovarolo della buonanima di Totò, si è fermato per la rottura di un tubo. Da lì in avanti, tra il generale sconcerto, il mezzo ha proseguito la propria corsa (si fa per dire) con uno solo dei suoi due motori in dotazione, giungendo a Roma con circa un’ora di ritardo. Del resto, se il buon viaggio, come il buon giorno, si vede dal mattino, come sarebbe andata a finire si era capito già da subito quando il treno, partito da Campobasso alle 8:36, si è trovato dopo poco privo di aria condizionata. Solo la presenza di tre operai polacchi, paese costruttore del mezzo, ha consentito la riparazione nell’officina della stazione Termini. Ad ogni modo il treno, che sarebbe dovuto ripartire da Roma alle 14:35, è rimasto fermo, affidato alla cura dei tre meccanici. Ha ripreso la via del Molise, solo in serata.
Ma nel frattempo è accaduto altro. Swing, che tra le altre cose, in inglese, significa altalena, è il nome più appropriato che si possa utilizzare per descrivere l’altalena continua di disagi a cui sono sottoposti i viaggiatori molisani. Nello stesso giorno in cui è fallita la prima corsa del nuovo treno, uno dei vecchi, il Minuetto, diretto da Campobasso a Roma ha accumulato oltre un ora di ritardo terminando miseramente la propria corsa a Cantalupo dove i passeggeri sono stati costretti a proseguire il viaggio in pullman. Alla carnevalata dei coppoloni, nel frattempo, hanno fatto riscontro le prese di posizione del Forum per il Trasposto Pubblico e Sinistra Italiana che hanno sottolineato non solo il permanere dei problemi del trasporto ferroviario in Molise ma hanno anche stigmatizzato la sottoscrizione di un nuovo contratto di servizio tra Trenitalia e Regione a condizioni particolarmente gravose per quest’ultima.
A fare da contrappunto a questo calvario di sciagure e disagi, restano le immagini, le foto e i filmanti del giorno dell’inagurazione. Il partito dei coppolni, per capirci, incarnato quel giorno dal presidente Frattura, dall’assessore Nagni e dal consigliere Ioffredi, travestiti da ferrovieri. La loro carnevalata, evidentemente, ha portato male, tanto e vero che viaggiatori, ma a questo punto anche normali pedoni, alla loro vista toccano ferro e compiono gesti che il comune senso del decoro e quello del pudore impediscono di riferire. I tre, sprofondati ampiamente oltre la soglia del ridicolo, hanno però promesso che non indosseranno mai più un cappello in vita loro, ma porteranno in testa solo frasche, affinché nessuno più possa riconoscerli, scambiandoli per arbusti e cespugli lungo la strada ferrata. L’unico ad essersi salvato dalla carnevalata, è stato il consigliere delegato al turismo, Domenico Di Nunzio, la cui capigliatura fuori misura ha impedito che si trovassero cappelli o frasche adatte alla sua testa.