di MARTA MARTINO
Forse qualcuno troverà la cosa divertente, ma per chi vive l’impotenza e l’indifferenza di questo disagio di divertente non c’è assolutamente nulla. Dover denunciare il quotidiano disservizio di Trenitalia nella regione Molise non fa ridere per niente e soprattutto non fa ridere l’aggettivo: quotidiano. Che purtroppo non è un’esagerazione o un’iperbole, ma la triste realtà. Ogni giorno telefonate e denunce di passeggeri che esordiscono con un: “è solo per farvelo sapere, tanto lo sappiamo che non cambia niente”. Il Molise intero è tutto racchiuso in questa frase,”lo sappiamo che non cambia niente”, che ormai sentiamo quotidianamente, appunto. Una frase che esprime tutta l’amarezza e la rabbia per la qualità della vita dei cittadini che si è abbassata a livelli da pre- distacco dalla regione Abruzzo, probabilmente. Viaggiare in Molise è nel 2017 scomodo e frustrante, lontano dalla poesia delle descrizioni di un Francesco Jovine nel suo “Viaggio in Molise” . Le descrizioni dei molisani oggi si riassumono in poche parole: ritardi anche di tre ore, treni soppressi, rotti, fermi in mezzo alla campagna, corse sostitutive dopo attese infinite in stazioni di fortuna, viaggi in carrozze forni o carrozze freezer. La penitenza quotidiana dei viaggiatori molisani si è materializzata oggi in 55 minuti di ritardo per il treno Roma Campobasso delle 13.07 e 55 minuti di ritardo per il treno Campobasso- Roma delle 14.15. Per non parlare del treno partito da Napoli intorno alle 14 e rimasto alla stazione di Carpinone per motivi misteriosi. I passeggeri sono stati fatti scendere, in attesa di altro mezzo, sotto al sole con una temperatura intorno ai 40 gradi. Tra loro molti anziani, proprio quelli a cui poi ci si raccomanda di evitare di stare all’aperto nelle ore più calde. Tra questi… baciati dalla fortuna, cittadini di ritorno da ospedali dopo una chemio hanno sperimentato sulla loro pelle l’ipocrisia e l’indifferenza della regione Molise, che va strombazzando il benessere inesistente dei suoi abitanti. Qualche utente, nei giorni scorsi, dopo aver scoperto che anche il ritardo dei treni regionali dà diritto a rimborsi, come prevede la normativa nazionale, ha scritto a Trenitalia. Si è sentito rispondere che anche se il suo treno aveva accumulato 109 minuti di ritardo, poiché avrebbe avuto diritto a meno di 4 euro di rimborso non gli spettava niente. Perché tra i 60 e 119 minuti di ritardo spetta un rimborso del 25%, il 50% se il ritardo è pari o superiore ai 120 minuti. In entrambi i casi, si legge nella lettera di Trenitalia, il rimborso non deve essere inferiore ai 4 euro. Per cui, nulla da fare. Il danno e la beffa per i molisani. Che per viaggiare come animali si sono visti anche aumentare il biglietto del treno di 30 centesimi: la scomodissima tratta Campobasso Roma adesso costa 14 euro e 30.