di PASQUALE DI BELLO
Intervistato dal giornalista Luca Telese, l’ex presidente del Consiglio e segretario nazionale della FGCI, Massimo D’Alema, è apparso in gran spolvero. Davanti ad una sala affollatissima all’interno di un noto albergo di Campobasso, ha trattato col solito piglio e la pungente ironia tutti i temi d’attualità: dalla nuova legge elettorale, fatta letteralmente a pezzi, alle elezioni regionali del Molise. Proprio su questo tema arriva una profezia nefasta che ha il suono di una staffilata: “Frattura è alla sua prima e ultima legislatura”, dice D’Alema scatenando una nuvola di applausi. “Il suo non è centrosinistra e la testimonianza è data dalla sua principale forza d’appoggio, una lista allestita da un eurodeputato di Forza Italia”. Anche qui, dopo l’evocazione dell’On. Patriciello, applusi a scena aperta.
Al ragionamento di D’Alema fa eco l’onorevole Danilo Leva, esponente regionale di Art. 1 MDP e organizzatore della tre giorni campobassana chiamata “Fondamenta”. “In Molise con l’Ulivo 2.0 – dice Leva – stiamo ricostruendo la casa del centrosinistra. Frattura in questi anni ha fatto una politica di destra – prosegue – e la testimonianza più evidente è rappresentata dal comparto della Sanità. Difronte ad una media nazionale del 20%, Frattura ha assegnato ai privati il 40% dei posti letto”. Poi l’affondo sul segretario regionale del PD, Micaela Fanelli: “Spieghi ai molisani, specie ai precari e disoccupati, la transazione da 400mila euro che ha concluso con la Regione”. “Sfido la fanelli a candidarsi al maggioritario nello stesso mio collegio, così vediamo come va a finire”, aggiunge Leva imitando D’Alema nel timbro, nella mimica e nel sarcasmo. Se Leva avesse i baffi, sarebbe più D’Alema di Sabina Guzzanti.
In apertura dei lavori, è piombata nell’aula la notizia – accolta come un goal dell’Italia alla finale mondiale – dell’abbandono da parte del presidente Grasso del gruppo PD del quale faceva parte. Un segnale inequivocabile del malessere generale che la nuova legge elettorale ha scatenato a sinistra. Un imbroglio che toglie ai cittadini il diritto di scelta, una truffa politica realizzata grazie alla complicità di Denis Verdini, uno – dice D’Alema – “che si è già messo d’accordo con Berlusconi per riportare Renzi a Palazzo Chigi”.
Da registrare in aula la presenza del senatore Roberto Ruta in versione ospedaliera. Fazzoletto al al collo, Ruta ha esibito un massiccio gesso bianco avvolto al braccio destro, fratturato in due parti. La legge del contrappasso, quello vero e proprio, evidentemente deve averlo colpito. Chi di Frattura ferisce, di frattura perisce. Ma lui ci scherza: “Adesso faccio tutto con la sinistra”, dice affilando la erre e sfoggiando il consueto sorriso da gatto acciambellato sul sofà. A lui va dato atto di aver votato contro la nuova legge elettorale, quella scritta da Verdini con la complicità di Berlusconi e Renzi. “A verdini hanno già dato tre anni di galera, vero? – dice D’Alema – Adesso, dopo questa legge gliene daranno altri sei”. Applausi a scena aperta.
Tra i presenti, imboscato anche qualche amico di Frattura che, alla profezia di D’Alema, non trovando il ferro ha dato immediatamente una grattatina al cavallo dei pantaloni. Ma non basterà. Frattura, ormai, è nel suo miglio verde. Politicamente, è un morto che cammina.