di ADELE FRARACCI
Alle elezioni regionali, l’occasione per tanti Molisani è stata rappresentata dai 5 stelle, percepiti come ‘bombe’ da lanciare per far deflagrare il sistema, coerentemente a quello che effettivamente ne è stato l’uso all’inizio dei ‘vaffa’ e oggi in realtà locali come Roma e Torino o a livello centrale. La ‘casta’ però con il Rosatellum ha cercato di sminare il terreno e ha messo gli onorevoli grillini in difficoltà per la formazione del governo. Dal 4 marzo sono trascorsi quasi due mesi e dopo giri di consultazioni il finale sarà molto probabilmente un governo del presidente se il pd non si stappa. Qui in Molise la ‘casta’ ha elaborato, all’ultimo momento, una riforma elettorale che offre ai vincitori la possibilità di governare serenamente, rendendo inoffensiva l’opposizione rappresentata dai grillini, che chiaramente con una sola lista non potevano arrivare primi, tanto più che il cdx ha approntato l’invincibile armata delle 9 liste/okkupazione del territorio regionale. Il cdx ha vinto, nevralgici quelli che lo tradirono 5 anni fa. Una galleria di personaggi che ora sono tornati alle origini ricevendo consensi dal proprio elettorato e dai politici traditi. Tra questi ultimi, tanti sono grati per il lavoro svolto nel governo di ‘csx’ ridondante a favore del sistema-casta; esempio ne è proprio la riforma elettorale truffa e fuffa. Tutti contenti, dunque. Pure quel piccolo pd, ridotto ormai a circolo privato, che grazie anche ai soliti ‘pali’ ha di fatto inserito in Aula consiliare, secondo canovaccio noiosamente scontato, i suoi due soci di maggioranza. Un piccolo pd orgasmico per i due seggi rastrellati e frigido di fronte alle responsabilità. Scontenti sono infatti tutti gli altri, che addirittura, fatta eccezione per LeU, non hanno raggiunto la soglia del 3%.
La grande occasione per i grillini, entro questo quadro, non c’è mai, quindi, veramente stata. Fuori luogo il coro di chi imputa la sconfitta dei grillini agli astenuti. Un numero considerevole quello degli astenuti, in parte riconducibile al dato che potremmo identificare come fisiologico, dall’altra allo zampino della ‘casta’ che ha furbamente spostato le elezioni regionali in concomitanza con il lungo ponte; c’è poi da aggiungere che tantissime sono state le schede bianche e nulle, a testimonianza che c’era chi proprio non è stato attratto dall’ offerta politica, per molti irricevibile al punto da aver disertato, appunto, il seggio. Il voto è un diritto -dovere, d’accordissimo. Ma neppure si può offendere l’intelligenza di quei cittadini che hanno semplicemente impattato contro un quadro in parte ‘predefinito’ dalla ‘casta’ e in parte da un’impresa, la Casaleggio Associati, che richiedeva il voto utile in chiave ‘anti casta’ col mito della purezza di una sola lista mission impossible. Tra l’altro proprio l’assenza di vera opposizione in Aula consiliare negli ultimi 5 anni ha condotto potenziali elettori a sospettare sulla portata innovativa e competente dei grillini, tanto più alla luce dell’elevato grado di supponenza affatto dissimile da quello di molti “politici della casta”. Così il Molise resta una ‘garanzia’ almeno per i caciocavalli doc e per i tratturi percorsi dalle truppe cammellate, fenomeno ampiamente spiegato proprio in questi ultimi tempi, anche su social. I tratturi molisani sono come il deserto: provocano miraggi. In Molise 5 anni fa c’è chi ha visto un centrosinistra con Patriciello /Forza Italia + altri personaggi di destra e oggi, finita l’allucinazione, spara a zero su tutti i suoi ‘compagni’, addirittura si erge a commentatore lucido con capacità di analisi politica e si è strenuamente opposto al tentativo di quanti hanno cercato di invertire la rotta e il disastro finale. In Molise oggi c’è chi a destra, in preda ai miraggi e per fedeltà al caciocavallo, vede i vecchi traditori come propri paladini, finanche eroici per dirittura morale e pienamente generosi con la coalizione vincitrice. I piddini hanno perso tempo a trovare soluzione strategica e, alla fine, hanno fatto guadagnare nel deserto oasi senza rinnovamento, con annesso rito di sacrificio per più di uno di loro e di tutti i loro alleati. Poi ci sono quei ‘compagni’ che addirittura vedono in un‘azienda la bomba per far deflagrare l’iniquità sociale e le contraddizioni capitale -lavoro e per far rispettare la separazione tra pubblico e privato e se la prendono con gli astenuti. Ecco che i caciocavalli e i tratturi, strade del deserto percorse da truppe cammellate e costellate di miraggi, sembrano resistere come ‘vie di comunicazione politica e rete di relazione socio-economica’ in Molise. Il Molise esiste nonostante i riflettori si siano spenti e il buio sia calato, esiste entro un’atmosfera di rancori, di ipocrisia e di accuse rivolte sempre a altri e mai a se stessi, esiste con i suoi suoni monotoni, sempre gli stessi, in una ormai ‘falsa’ eco da destra a sinistra, da sinistra a destra…