Il fenomeno delle “vedove bianche”, la conflittualità e le gerarchie sessuali. Sono alcuni degli aspetti analizzati da Adele Rodogna nel suo libro dedicato al fenomeno dell’emigrazione. Vengono messi in luce soprattutto i profondi cambiamenti che si sono manifestati nelle famiglie molisane tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, quando i flussi migratori hanno cominciato a segnare profondamente la storia della nostra terra e in particolare quella delle tante donne che restavano a casa. “La solitudine delle donne molisane” è stato presentato alla biblioteca Romano su iniziativa di IsArc, Isernia Archelogica, l’associazione presieduta da Luca Inno. Docente di italiano e storia, specializzata in antropologia culturale e beni demologici, Adele Rodogna ha passato al setaccio una mole consistente di documenti d’archivio, facendo scoperte interessanti. Parte dell’attenzione si è concentrata sugli atti dei processi per adulterio (all’epoca le donne venivano punite, gli uomini no), ma anche sul contributo dato alla crescita culturale della nostra terra e all’impegno che ha permesso di dare il via a un pur minimo sviluppo industriale in una realtà in cui l’economia poggiava esclusivamente sull’agricoltura.