Grazie all’impegno profuso negli ultimi undici anni dell’associazione Tikanè Assiem, la ricorrenza di sant’Antonio da Padova nel centro storico di Isernia ha riacquistato almeno in parte l’interesse di un tempo. Il numero di cavalli bardati in processione è cresciuto notevolmente. Ai rom si sono affiancati tanti isernini, nel segno di una reale integrazione. Nel frattempo sono aumentati anche gli altarini allestiti nei vicoli. Ma quest’anno le cose sono destinate ad andare diversamente. Il concorso del cavallo devoto e quello di una chiesola per sant’Antonio sono stati cancellati. L’associazione si sente infatti abbandonata dalle istituzioni. Ha così deciso di gettare la spugna, di prendersi un periodo di riflessione: “Abbiamo l’impressione di non essere graditi al Comune – spiegano Giovanni Viespoli e Costantino Sarachella, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione – e non capiamo perché. Sappiamo solo che ci è stato tolto uno spazio al museo e ci è stata tolta anche la sede. Il motivo? Avevano bisogno di spazi, questa l’unica risposta che abbiamo ricevuto”.