Contrasto alle mafie, trasparenza della pubblica amministrazione, lotta alla corruzione e riforma della Magistratura, è stata una puntata di grandissimo pregio quella di Moby Dick andata in onda ieri sera a Telemolise.
Ospiti di Giovanni Minicozzi, i massimi rappresentanti istituzionali della giustizia molisana, tra magistrati, avvocati e giudici, che hanno affrontato le principali tematiche del sistema penale italiano, non ultima la proposta di riforma che le Camere si accingono a discutere.
Come ha ricordato il Procuratore Capo di Campobasso, Nicola D’Angelo, l’immagine idilliaca del Molise “isola felice e incontaminata” è svanita da un pezzo, a partire dal fenomeno dello spaccio e delle tossicodipendenze che fanno registrare, in proporzione, in Italia, un triste primato.
Tra le maggiori criticità emerse durante il dibattito, quella del processo mediatico, ossia la terribile abitudine dei media di “condannare” a priori, con titoli, commenti e ricostruzioni artificiose, qualsiasi imputato (o indagato) in qualsiasi procedimento penale, per poi far cadere nel silenzio la notizia laddove venga meno l’impianto accusatorio.
Duro a tal proposito il commento del presidente della Camera Penale Distrettuale del Molise, Erminio Roberto.
In primo piano anche i reati ambientali, le eco mafie, i rifiuti tossici: “diverse le indagini portate avanti soprattutto nelle zone di confine della nostra regione”, ha detto il Presidente del Tribunale di Isernia e dell’Associazione Nazionale Magistrati, Enzo di Giacomo, “bisogna tenere alta la guardia, ma è un errore presentare all’esterno una situazione di allarme, che al momento non esiste”.
Il Presidente dell’ordine degli avvocati di Campobasso, Demetrio Rivellino, ha poi ricordato la grande battaglia portata avanti insieme al giudice di Giacomo per difendere i presidi della legalità in Molise, proprio per evitare che fossero soppressi preziosi strumenti di controllo delle infiltrazioni malavitose.
Ma la puntata di ieri è stata anche un’occasione preziosa per discutere sulle funzioni dei protagonisti della giustizia all’interno del processo penale.
“Il pm e l’avvocato dell’accusa, in aula, non possono avere un ruolo paritario o sovrapponibile” ha detto il procuratore capo D’angelo, perché non sempre gli obiettivi coincidono.
Di grande qualità anche i contributi esterni, interviste e dirette telefoniche, dall’intervento del Procuratore di Isernia Paolo Albano agli spunti critici dell’avvocato del foro di Campobasso Arturo Messere, dalle osservazioni piccanti dell’ex pm di mani pulite, Antonio di Pietro agli spunti di riflessione offerti dal giornalista Paolo De Chiara.