L’inizio dell’anno scolastico si avvicina, ma si fa sempre più concreto il rischio che a settembre si ricominci a fare lezione nei vecchi edifici, non a norma dal punto di vista sismico. Per aprire il nuovo polo scolastico di piazza del popolo, nel quartiere Majella, manca davvero poco. Ma da qualche tempo i lavori si sono bloccati. La ditta che ha eseguito l’intervento chiede di essere pagata per andare avanti. É vero che buona parte della somma pattuita è stata pagata quest’anno, ma è altrettanto vero che il titolare dell’impresa si è esposto per oltre due anni con le banche pur di mandare avanti i lavori, pagando fior di interessi. E ora chiede il saldo, prima di portare a termine l’opera. I lavori possono essere consegnati nel giro di un ventina di giorni, ha assicurato l’imprenditore De Francesco durante un recente incontro con l’amministrazione guidata da Lorenzo Marcovecchio e una delegazione di genitori. “Tra i problemi da risolvere – ha detto il sindaco di Agnone – c’è quello del cofinanziamento di circa 200mila euro da parte della Regione, ma quei soldi sul bilancio oggi non ci sono, ha sottolineato il primo cittadino”. La situazione potrebbe sbloccarsi il 28 luglio prossimo, data fissata per il consiglio comunale, durante il quale si parlerà anche del polo scolastico del quartiere Majella. Saranno infatti presenti sia l’imprenditore De Francesco sia l’assessore regionale ai lavori pubblici Vincenzo Niro, che ha già assicurato il proprio impegno per venire a capo di una situazione che si è fatta ingarbugliata. E che alla fine dei conti rischia di penalizzare soprattutto gli alunni. Il sindaco Marcovecchio – che si è ritrovato a ereditare questa situazione – è consapevole delle difficoltà da affrontare. Ma non si arrende, nonostante il Comune possa fare ben poco, visto che l’opera è finanziata dalla Regione. “In ogni caso – ha detto ancora il primo cittadino di Agnone – il nostro obiettivo è quello di aprire le elementari nell’ala ristrutturata e messa a norma già a settembre, mentre a dicembre dovrebbero aprire anche le medie nell’ala di nuova costruzione”. Per la scuola dell’infanzia, invece, ci vorrà altro tempo. E probabilmente altri soldi.