ENZO DI GAETANO
A parte la mancata diffusione dei dati Istat e tutto quello ne consegue in termini di commenti inappropriati sull’esistenza o meno del Molise, gli ultimi indicatori economici relativi alla nostra regione sono sempre più negativi.
L’indice che riflette, come uno specchio, brutalmente, l’attualità reale è quello relativo allo spopolamento: tradotto in termini più semplici, parlando di numeri, ogni anno, dal Molise vanno via circa tremila giovani. La metà in cerca di lavoro, l’altra metà per studiare e laurearsi, per poi cercare lavoro fuori dal Molise. Le famiglie a cui daranno vita questi giovani saranno tutte famiglie non molisane.
In sostanza, di questo passo entro cinquanta anni, il Molise sarà demograficamente un deserto, con insediamenti antropici dempre più limitati e corrispondenti agli odierni centri maggiori.
Si parla di mezzo secolo e per questo numeri lontani dal nostro orizzonte, per cui nessuno ci pensa. Tanto meno una classe politica limitata a guardare alle prossime elezioni e non certo alle prossime generazioni.
Per questo motivo, la Regione, cuore pulsante di un territorio in cui la gran parte del prodotto interno lordo deriva dalla spesa pubblica, avrebbe il dovere di guardare lontano, molto lontano.
Tutto il contrario di quello che accade oggi, quando non si è neanche in grado di pianificare un minimo di programmazione per aggredire le zone di crisi indutriale più evidenti, come il Nucleo di Termoli, dove la Fiat ha già preannunciato un calo dei livelli produttivi e dove c’è la crisi irrisolta dei lavotaori dello Zuccherificio, o Bojano e Isernia, con i drammi ancora aperti di Gam e Ittierre.
C’era una proposta di legge regionale, licenziata dalla seconda commissione consiliare, presieduta da Michele Iorio, che si proponeva proprio di istituire l’albo unico della mobilità per i dipendenti delle società partecipate. La normativa, se approvata, avrebbe favorito specifici programmi di riqualificazione e ricollocamento, anche all’interno del sistema regionale degli ex lavoratori delle partecipate.
Ebbene, la proposta è stata rinviata in seconda commissione, come dire: perdiamo un altro po’ di tempo.
Il tempo da perdere non costa nulla, a una classe politica regionale, che viene pagata comunque, sia che lavori, sia che non lavori.
Per gli ex Zuccherificio, Gam e Ittierre, la situazione è completamente diversa. Ogni ora, ogni giorno, ogni mese senza novità contribuiscno ad acuire un dramma sociale irrisolvibile.