Sanità molisana nella tempesta, nel giorno in cui arriva la notizia che lo stato di agitazione del personale medico, sanitario e parasanitario, dal Pronto Soccorso di Isernia si è allargato a tutti i reparti, un’altra tegola, di quelle pesanti, cade metaforicamente sulla testa dell’Azienda Sanitaria Regionale.
Si tratta della sentenza della Corte d’Appello di Campobasso che – per un intervento operatorio sbagliato – che causò la morte di un paziente ricoverato al Cardarelli, ha condannato l’Asrem ad un maxi risarcimento da novecentomila euro in favore degli eredi di un 74enne di Pesche. Il poveraccio si era ricoverato nell’ospedale di Campobasso il 17 dicembre del 2004, per un dolore all’epicondrio destro. Sottoposto ad un primo intervento in laparoscopia, subiva la perforazione dell’intestino, a cui seguivano tre ulteriori interventi riparatori, per peritonite da perforazione.
Dopo 25 giorni di agonia, il 74enne della provincia isernina decedeva il 23 febbraio del 2005. Immediatamente i parenti presentavano una denuncia penale e civile, rivolgendosi alla giustizia, attraverso l’avvocato Gabriele Inella (nella foto) di Isernia. Alla fine di un tormentato calvario giudiziario, l’Asrem è stata condannata al pagamento dei danni e i parenti del 74enne si sono visti riconoscere un risarcimento record da novecentomila euro, forse il più alto mai pagato dall’Azienda Sanitaria Regionale del Molise.
Il provvedimento di pagamento è stato firmato dalla Commissaria Scafarto che non ha potuto che prendere atto delle decisioni della magistratura. Intanto la fine del mandato temporale della Commissaria si avvicina e anche per Donato Toma si avvicina il giorno in cui dovrà scegliere l’erede di Sosto dalla ristretta rosa dei nomi selezionati dall’apposita commissione.