La morte del dottor Ivo Cilesi è un grave lutto, non solo per il mondo della medicina italiana, ma anche per la regione Molise e in particolare per la realtà isernina.
Sessantadue anni, contagiato dal coronavirus, è deceduto all’ospedale di Parma lo psicopedagogista e terapeuta specializzato nella lotta all’Alzheimer, di fama nazionale per le terapie non farmacologiche da lui ideate e messe in pratica.
Genovese d’origine, Cilesi si era laureato all’Università di Genova, ma da anni ormai viveva e lavorava a Bergamo. A lui si devono due soluzioni creative per diminuire gli stati di agitazione per i pazienti affetti da Alzheimer: la “doll therapy”, tecnica della bambola, e “il treno virtuale”. Cilesi, in Molise, dall’inizio era sempre stato un qualificato supporto scientifico ed operativo della Css e del Centro Temenos di Monteroduni. Lì dove aveva trasmesso le sue scoperte scientifiche e le sue terapie non farmacologiche sia alla direttrice, Rossella Chiarullo, che agli operatori del Centro Diurno per malati di Alzheimer. Infatti, a Monteroduni, si praticano con sucesso sia la ”terapia della bambola” che ”il treno virtuale”.
Css e Centro Temenos hanno appreso con dolore la drammatica scomparsa del dottor Ivo Cilesi, di cui si ricordano le grandi doti umane e professionali: ”Avremo sempre il suo esempio come guida, esprimiamo inoltre gratitudine per la vicinanza e sensibilità sempre dimostrate verso di noi e tutte le persone fragili. Una guida competente, silenziosa, garbata, umile”.
La sua vita professionale è stata caratterizzata da una forte attenzione per i problemi clinici delle persone affette da demenza. In Italia è stato il protagonista indiscusso della diffusione delle cosiddette terapie non farmacologiche e qualche settimana fa l’Associazione Italiana di Psicogeriatria aveva deciso di dare vita ad un gruppo di studio che cercasse di fondare scientificamente i vari approcci, dalla terapia della bambola a quella del treno.