Le ultime disposizioni del Governo, ancora più restrittive, hanno svuotato città e paesi anche in Molise. In un sabato mattina quasi primaverile, Campobasso appare deserta. Poche macchine, pochi pedoni, i più con la mascherina. Qualcuno fa la fila davanti la farmacia, o la banca, le Poste. Aperti solo negozi di generi alimentari, supermercati, farmacie e parafarmacie.
Corso Vittorio Emanuele, Viale Elena, Via Mazzini: vuote o quasi. In Piazza Municipio si sente solo il suono della campana sul comune. Altrove lo zampillìo dell’acqua delle fontane. L’aria non sa di gas di scarico. Nessun rumore di clacson o motori. Anche gli autobus sono vuoti.
Poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani presidiano la città, le strade di accesso. Controllano, fermano, garantiscono il rispetto delle disposizioni per il bene di tutti. Non devono essere visti come Cerberi. Le sanzioni e le pene, per chi “sgarra” sono dure.
Occorre stare in casa. E’ un’emergenza. La vita delle persone deve cambiare ed è cambiata per avere la meglio sul coronavirus. Tutti insieme, con senso di responsabilità, ce la faremo. “Non ci abbracciamo oggi, non ci incontriamo, per farlo con maggior calore domani” sono state le parole di Giuseppe Conte.
Chi resta in casa cerca di studiare, leggere, coltivare passioni, lavorare. Si riscoprono valori forse persi. Si ritrova se stessi, la famiglia. Si dà valore al tempo, quello più lento, per riflettere, pensare, soffermarsi. Si sta, però, anche su internet o davanti alla tv aspettando che i contagi diminuiscano, che questa onda diventi più bassa e meno impetuosa per trasformarsi in una increspatura e sparire, facendo tornare normale, calmo, il mare della vita. L’apprensione c’è, è innegabile, ma non deve né può morire la speranza e nemmeno l’ottimismo. Tutto passerà. Tutto ha una fine e si potrà ricominciare magari meglio di prima. Occorre guardare il bicchiere mezzo pieno.
In molti, da nord a sud e anche in Molise, nelle città come nei paesi, hanno aderito ai flash mob musicali. Hanno appeso bandiere tricolori ai balconi. Sono usciti per salutarsi da lontano. Per cantare l’inno o altre canzoni. La musica il filo della speranza per giovani, adulti, anziani. “Ce la faremo, sconfiggeremo il virus, supereremo anche questa prova. Siamo italiani. Dimostriamo di essere figli dei grandi che hanno dato lustro al Paese” sembra essere il messaggio.
Dimostriamolo, allora, comportandoci con giudizio e seguendo le regole. Ci rialzeremo più forti, più maturi come popolo. I diritti non sono stati cancellati, ora è il tempo dei doveri per difendere noi e gli altri.