Sembra passata un’eternità da domenica scorsa a livello di provvedimenti e dell’evoluzione globale complessiva degli effetti del coronavirus sul calcio. Una settimana fa tutti collegati con lo Juventus Stadium per assistere al derby d’Italia seppur a porte chiuse. Poi la crescita dei casi, l’evoluzione negativa dei contagi e pian piano lo sport si è fermato. Prima in Italia, poi a livello europeo. Dopo le gare di martedì e mercoledì in Champions League il rifiuto del presidente del Getafe di portare la squadra in Italia per giocare la gara degli ottavi di Europa League a Milano contro l’Inter. Sfida rinviata come quella tra Siviglia e Roma, mentre si sono giocati gli altri match. Poi lo stop definitivo anche per l’arrivo di casi di giocatori contagiati e del tecnico dell’Arsenal Arteta. Da quel momento lo stop è stato imposto anche nelle altre nazioni, Spagna, Inghilterra, Scozia, Olanda e tante altre. Le pressioni sono arrivate anche dall’Associazione Calciatori del presidente Damiano Tommasi. In un duro comunicato l’AIC ha preso di posizione contro alcune società calcistiche, che continuavano a convocare – per controlli o per allenamenti – i propri tesserati nonostante le restrizioni imposte dal governo. Da comunicato testuali parole “oggi in Italia ci sono ancora società calcistiche che o sono vergognosamente irresponsabili, o vivono su Marte o sono privi di un minimo di dignità”. Intanto i casi crescono tra i giocatori di serie A. Il primo è stato Daniele Rugani, poi ne sono arrivati altri, comunicati dalle rispettive società. I casi di positivi al Coronavirus in Serie A sono in tutto tredici: Rugani, Vlahovic, Cutrone, Pezzella, Gabbiadini, Colley, Thorsby, Ekdal, La Gumina, Bereszynski, Depaoli, il medico della Samp Baldari e il fisioterapista della Fiorentina Dainelli. I casi per ora si fermano qui e non è detto che tutte le società informeranno sui positivi tra i loro tesserati. Potrebbe prevalere la linea Sampdoria. La società blucerchiata, infatti, ha comunicato che onde evitare fughe di notizie ed inutili allarmismi, non ci saranno più informazioni sui propri tesserati che, in presenza di lievi sintomi, sono stati sottoposti agli accertamenti previsti in merito al Coronavirus-COVID-19. L’unica notizia importante è che i ragazzi stanno tutti bene e sono nei loro domicili a Genova. In Europa abbiamo detto di Arteta, l’emergenza continua anche in Spagna. Dopo i casi di diversi giocatori dell’Alaves, ora c’è un nuovo positivo nel Valencia: è Ezequiel Garay, difensore argentino, che ha annunciato la notizia sui social network. Garay non ha giocato contro l’Atalanta in Champions League perché era infortunato.
Dunque abbiamo fatto il punto della situazione sul calcio a livello nazionale. A questo punto all’ordine del giorno le ipotesi per la prosecuzione della stagione. Per chiudere i campionati le varie federazioni stanno vagliando in modo sempre più concreto il rinvio degli Europei di Calcio. La decisione arriverà domani. Ma il buon senso dice a tutti che disputare un evento europeo programmato per giugno sarebbe un errore strategico enorme in un momento di pandemia. Questa l’idea di alcune federazioni anche perché non ci sono alternative.
Cosa succede in serie A? si è parlato di Playoff ma per ora la soluzione non piace, la Lega Serie A vuole provare ad andare avanti dopo che sarà finita l’emergenza Coronavirus. È questo quanto deciso nella riunione di Lega, svolta venerdì, in conference call, tra i club di Serie A. La decisione è stata presa di comune accordo con le leghe europee, è questa la posizione attuale: l’idea è di aspettare la fine dell’emergenza per ripartire e terminare il campionato. Questa l’indicazione al momento, con la possibilità estrema dei play off o della cristallizzazione dei campionati. C’è una condizione o meglio una deadline: si dovrebbero recuperare tutte le partite entro il 30 giugno. Questo perché scadono contratti, assicurazioni, licenze. Finisce l’anno calcistico e andare oltre significherebbe cambiare i regolamenti. Per quanto riguarda la Champions League è al vaglio una nuova ipotesi per concludere la competizione. Le quattro semifinaliste potrebbero contendersi il trofeo in due partite secche (senza andata e ritorno), prima della finale, e tutti e tre i match si disputerebbero a Istanbul, che avrebbe già dato il suo benestare alla cosa. Una Final Four in Turchia, questa l’idea. In tale ottica decisivo lo spostamento o meno dell’Europeo.