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Campobasso
sabato, Dicembre 21, 2024

Venerdì Santo: Campobasso deserta e silenziosa, orfana del coro del Teco Vorrei

AperturaVenerdì Santo: Campobasso deserta e silenziosa, orfana del coro del Teco Vorrei

di GIOVANNI DI TOTA

Non sarà un giorno qualunque. Per Campobasso e i campobassani, il venerdì Santo è il giorno della processione del Teco vorrei. Uno dei simboli della città con il suo coro possente e quell’Inno che trascina e unisce nella commozione un popolo intero, che siano persone credenti oppure no.
Non ci sarà, la processione che con quel canto accompagna la Madonna Addolorata e segue il corpo di Cristo, deposto dalla Croce. E’ stato chiaro fin dall’inizio del contagio, che l’infezione e le misure per contenerla, avrebbero tolto alla città quel suo simbolo sacro così caratterizzante.
E il silenzio, che di solito caratterizza le ore che precedono la processione, con le strade del centro chiuse al traffico, sarà l’unico elemento che in qualche modo ricondurrà a quell’atmosfera così carica di emozione, così piena di significato.
Piazzetta Palombo, luogo ormai simbolo per il coro che si ritrova, via Marconi, la salita di Sant’Antonio Abate, i vicoli del centro storico e la scalinata di via Chiarizia fino al sagrato di San Leonardo rimarranno vuoti e silenziosi. Così come, deserte resteranno le strade più larghe del centro città, che la processione normalmente attraversa in una cornice di folla silenziosa e in lacrime. L’arcivescovo di Campobasso, da solo, come ha fatto Papa Francesco in queste settimane, pregherà davanti al carcere.
E dopo aver idealmente attraversato viale Elena e il Corso, solo il ricordo di ognuno arriverà a Santa Maria della Croce, per il rientro dell’Addolorata e del Cristo morto, che quest’anno non avverrà. Le note del Teco vorrei, a partire dalle 18 del pomeriggio, arriveranno nelle case attraverso Telemolise, con lo speciale dedicato alla processione. Chi vorrà, potrà cantare alle finestre o ai balconi, perché in un modo o nell’altro, il venerdì Santo a Campobasso non trascorra senza avere quello struggimento che riesce a dare ogni volta, ogni anno, quella straordinaria preghiera che è l’Inno all’Addolorata

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