Ieri il Consiglio Federale della Figc ha deliberato: stop ai campionati di calcio dei Dilettanti, avanti quelli di A, B e Lega Pro. Il consiglio ha anche stabilito una nuova proroga per la stagione 2019/2020: le competizioni potranno andare avanti fino al 31 agosto, i campionati professionistici dovranno concludersi però entro il 20. In caso di “nuova sospensione” per l’emergenza coronavirus il consiglio Figc rimodulerà il format dei campionati con “brevi fasi di play-off e play-out”; se invece ci sarà un’interruzione definitiva, “la classifica sarà definita applicando oggettivi coefficienti correttivi che tengano conto della organizzazione in gironi e/o del diverso numero di gare disputate dai club e che prevedano in ogni caso promozioni e retrocessioni”. Senza dubbio la sorpresa è stata quella della ripresa della Lega Pro. In conclusione la Figc ha completamente cassato la delibera di Ghirelli che chiedeva la chiusura del torneo e la promozione in serie B di Vicenza, Monza e Reggina, oltre l’ipotesi di promuovere la quarta della classe, il Carpi, tramite la media punti ponderata. Evidentemente in Federazione hanno fatto due conti e in buona sostanza conviene provare a chiudere i tre gironi sul campo piuttosto che incorrere in battaglie legali senza fine, a partire dal Bari e dalla Reggiana. Sorge, tuttavia, un po’ di perplessità. Se in serie A, forse proprio adesso, c’è qualche schiarita per la ripresa, e stiamo parlando di professionismo assoluto, in Lega Pro la strada non è così semplice. Consideriamo anche che mancano 8 giornate di campionato, oltre tutta la lunghissima coda dei play off. Ipotizzando una ripresa della serie C a fine giugno, facendo due conti rapidi, per chiudere tutta la stagione entro il 20 agosto sarà necessario giocare obbligatoriamente ogni 3-4 giorni. Il campo è sovrano, ma dopo questo stop così lungo e con una prospettiva del genere, sinceramente, vediamo poca oggettività.
Parlando di massimi livelli, registriamo un altro passo in avanti verso la ripresa della Serie A. Le distanze si sono accorciate dopo che il Comitato tecnico scientifico ha approvato il protocollo federale per la ripresa degli allenamenti di squadra: sì al regolare lavoro di gruppo, partitelle comprese, e poi giocatori liberi di rientrare a casa, senza ritiro forzato. La decisione sarà operativa a breve, già domani potrebbe esserci la ripresa degli allenamenti di squadra. Dopo 72 giorni di clausura e dopo aver sfiorato più volte la chiusura anticipata del campionato, la Serie A guarda con ottimismo al prossimo futuro. La conferma è arrivata dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: “Gli allenamenti potranno riprendere. Sono state fatte valutazioni puntuali, la Figc che si è detta disponibile a rivedere la sua prima proposta ci ha aiutato. Ho convocato una riunione per il prossimo 28 maggio, per quel giorno con i dati che avremo a disposizione sull’emergenza sanitaria potremo decidere insieme se e quando il calcio ripartirà”. Per il mondo del calcio si tratterebbe di ripartire il 13 giugno, come da calendario già ipotizzato dalla Lega, data utile per portare a termine sia campionato che Coppa Italia. Servirebbe una deroga al Dpcm, che prevede la sospensione fino al 14. Al più tardi per le ripartenza resta la data del 20 giugno, il weekend successivo. La ripartenza è possibile e non c’è necessità di chiudere la Serie A entro il 3 agosto, come confermato dal presidente Uefa Ceferin ieri: “Quella data è solo una raccomandazione”. Infine il nodo quarantena è uno dei casi più spinosi. La richiesta dei club di procedere all’isolamento del singolo in caso di nuova positività è stata accettata, ma a una condizione ovvero che il contagiato verrà isolato e gli altri potranno continuare ad allenarsi,In solo nel ritiro blindato del proprio centro sportivo e senza contatti esterni.