I diversamente abili di Venafro: “Chiediamo al Comune una sede dove incontrarci, intrattenerci e parlare. Un servizio cioè di grossa utilità sociale, quale testimonianza del grado di civiltà e delle doverose attenzioni delle istituzioni pubbliche locali verso persone svantaggiate come noi”. Ad esprimersi in tali termini, in assoluta convinzione e in punto di diritto, è Pietro Giacchetti, diversamente abile ultra60enne che si sposta su carrozzina per i postumi di poliomielite agli arti inferiori, ammogliato con figli, di origine campana e stabilitosi con la propria famiglia a Venafro dove lavora ed è socialmente inserito. Ancora l’uomo : “Noi disabili, così come i normodotati di Venafro, non sappiamo il più delle volte dove andare. Non c’è un luogo, una sede, un ritrovo approntato dal Comune per le persone, sia disabili che non, che intendono incontrare ed intrattenersi con gli altri per parlare, confrontarsi e trascorrere il tempo libero. Da quanto si apprende, il Comune di Venafro dispone di tanti locali che farebbero alla bisogna, ma l’iniziativa non decolla, cioè non ci si decide ad approntare una sorta di circolo socio/ricreativo per tutti. Conseguentemente andiamo in giro per la città, quando il tempo lo permette, senza una meta fissa. Viceversa, se maltempo, siamo costretti a restare tappati in casa non sapendo dove andare per incontrare altre persone”. La domanda conclusiva dell’uomo, che è anche un incentivo ad adoperarsi : “E’ proprio tanto difficile attivarsi in tal senso ? Non penso proprio ! Occorre solo buona volontà e senso civico! Perciò continuiamo a sperare e ad aspettare …”.Tonino Atella