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domenica, Dicembre 22, 2024

L’ultimo saluto al professore Giuseppe Di Claudio, docente, giornalista e politico. Nato a Trivento nel 1947 viveva a Chieri, promotore di strette relazioni culturali tra Torino e Madrid

AttualitàL’ultimo saluto al professore Giuseppe Di Claudio, docente, giornalista e politico. Nato a Trivento nel 1947 viveva a Chieri, promotore di strette relazioni culturali tra Torino e Madrid

L’ultimo saluto al professore Giuseppe Di Claudio, docente, giornalista e politico. Nato a Trivento nel 1947, promotore di strette relazioni culturali tra Torino e Madrid. “Ho appreso dalla tua diletta figlia la tristissima notizia della tua dipartita – scrive l’amico, il professor Tullio Farina – Dopo il rammarico e il dolore provato improvvisamente quanti ricordi, tutti belli, mi sono ritornati alla mente, da quando stavamo insieme in seminario fino al titolo di laurea conseguito ad Urbino e al corso abilitante per materie letterarie a Boiano. Ricordo i rigidissimi inverni trascorsi in Seminario, privo di riscaldamento e le nostre corse per i lunghi corridoi per riscaldarci e i mesi di agosto trascorsi al San Berardino di Agnone, residenza estiva del seminario diocesano. Ricordo che fosti tu nel lontano 1966 ad aprire la pista degli studenti di Trivento iscritti all’Università di Urbino perché dopo di te ci fu una colonia triventina, oltre 15 iscritti, in quella Università dalle quale uscirono tanti laureati. La mia decisione di iscrivermi all’Università di Urbino scaturì da come tu mi presentasti e mi parlasti di quella Università che aveva come rettore, Carlo Bo, uno dei maggiori critici letterari del ‘900. Come non ricordare il tuo attivismo goliardico nei vari veglioni delle matricole, che ti vedevano sempre protagonista indiscusso in prima fila. E come, infine, non ricordare anche le nostre discussioni e le tante risate durante il viaggio che ci portava a Boiano per la frequenza del corso abilitante del 1975 che ci permise di entrare di ruolo come insegnanti. Il destino ha voluto poi che anche nel servizio militare le nostre strade si incrociassero perché fummo mandati nella stessa caserma di Orvieto a fare il C.A.R. Non ti nascondo che con te va via anche una parte della mia vita vissuta insieme a te con le battaglie politiche condotte su opposti fronti che ti hanno portato a ricoprire anche la carica di consigliere comunale in una lista civica denominata “La Campana” che ti procurò l’appellativo di “campanaro”. Ma tali battaglie non hanno mai intaccato e diminuito la nostra amicizia, che è rimasta sempre solida nel corso del tempo. In estate in quei pochi giorni in cui tornavi a Trivento era un piacere parlare con te e ricordare tutto il nostro passato. Sapendo che a te piacevano i libri di storia locale, mi preoccupavo sempre per farteli trovare. Da quello che hai postato su FB in questi ultimi giorni ho capito che qualcosa non andava e ho cercato telefonicamente di rincuorarti, ma mai avrei potuto immaginare che saresti andato via in punta di piedi. Sei sempre stato una persona affabile, comunicativa, disponibile con tutti e brillante in ogni tua iniziativa sia essa professionale che sociale, come quella del Premio internazionale di giornalismo “Gaetano Scardocchia”, che ti ha visto presidente della commissione giudicatrice; sei sempre stato lungimirante, al passo con i tempi ed aggiornato su tutto. Nulla sfuggiva alla tua attenzione. Da oggi rivedrai il tuo amico Lucio Dalla che sicuramente ti starà aspettando in cielo per qualche altra conversazione, così come in quella foto che hai sempre conservato gelosamente. Anche se hai lasciato Trivento per motivi di lavoro lo hai sempre portato nel cuore con le sue tradizioni, tanto da improvvisarti molte volte come cuoco dei piatti tipici paesani, che puntualmente postavi su FB. Lasci su questa terra un vuoto incolmabile in tutti coloro che ti conoscevano e ti volevano bene; io con te poi ho perso il mio migliore e più ironico interlocutore sulla pagina FB che tu sapientemente sapevi amministrare; mi mancheranno tantissimo le tue citazioni, i tuoi commenti, le tue notizie dell’ultim’ora, le foto delle tue escursioni alpine e marine e le reciproche battute ironiche che ci scambiavamo come due giocatori di tennis. Sono certo che mancherai solo fisicamente perché il tuo spirito sarà sempre vicino alle persone a te care, tua adorata moglie Anna, i tuoi diletti figli Clemen e Gianluca, e a tutti quelli a cui tu hai voluto bene. Rimane di te una eredità di affetti così straordinaria che ti consentirà di vivere quotidianamente in mezzo a noi. So che hai scelto di farti seppellire in alta montagna, su quei monti a te tanto cari che hanno visto le tue lunghe passeggiate e tu dall’alto guarda e veglia sui tuoi cari. Buon viaggio e addio Peppino, indimenticabile Peppino. Il tuo amico di sempre, Tullio Farina”.

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