Continua a conquistare spazio, sempre più spazio, sugli organi d’informazione nazionali la tormentata vicenda della sanità molisana. È il nuovo quotidiano di Carlo De Benedetti, ‘Domani’ diretto da Stefano Feltri che le ha dedicato un’intera pagina, a firma di Enrico Fierro, un giornalista che già si era occupato della nostra regione su altri organi d’informazione nazionali.
“La vera cosa che non esiste in Molise è la sanità pubblica”: con questo titolo ‘Domani’, ha approfondito lo scontro di poteri che si sta consumando intorno al servizio sanitario regionale.
Nel suo pezzo Fierro ricostruisce quanto sta accadendo durante la seconda ondata, con un numero di vittime allarmante e servizi sul territorio sempre più in affanno.
L’articolo fa leva sullo scontro in atto tra il presidente Donato Toma e il commissario ad acta Angelo Giustini, che contesta – pur senza mai nominarla – la recente ordinanza del governatore, con la quale gli veniva fatto obbligo di attivare le convenzioni con i privati convenzionati per avere maggiori posti letto per fronteggiare la pandemia.
Ma la verità è una sola, chiunque sia che comandi: Toma, Giustini o Florenzano, il reale problema è che l’esercito della sanità pubblica molisana, è in rotta, per non dire in ritirata, e non certo per colpa degli operatori. Come si fa a come mandare avanti un settore gravato da più di 350 milioni di debiti?
A tanto infatti ammontano i passivi della sanità pubblica molisana, tanto da farci chiedere perchè non pensare ad un intervento diretto dello Stato per sanare le passività, voltare pagina e far funzionare a regime la macchina sanitaria con i circa seicento milioni annui che arrivano da Roma?
Insomma, chiudere l’enorme buco dei debiti della sanità molisana perchè in queste condizioni non si può davvero andare avanti. Stringere ancora la cinghia significa chiudere altri servizi, altri reparti, altre tutele per cittadini che, prima di essere molisani, sono italiani e hanno diritto alla tutela della loro salute. È già stato fatto in passato con la Sicilia e, ultimamente con il decreto Calabria. Perchè non farlo per il Molise?
Non siamo italiani anche noi?
Il disavanzo sanitario corrente in Molise si attesta a circa 109 milioni di euro, con un ulteriore incremento di 60 milioni di euro dallo scorso novembre ad oggi, quando Giustini in Molise c’era già. Mentre durante la scorsa legislatura, Paolo Frattura che riuniva su di sé le figure di presidente e commissario ad acta alla sanità, ha contratto un mutuo trentennale con il Ministero dell’Economia, per un totale di circa 250 milioni di euro. Insomma come può garantire servizi efficienti un settore oberato e zavorrato da un debito del genere?
L’unica salvezza sarebbe un intervento straordinario di soccorso da parte del governo e tocca alla pattuglia dei parlamentari molisani trovare il coraggio di farsi avanti con una proposta del genere, attendiamo riscontri.