Ormai siamo agli sgoccioli. L’Afasev di Isernia forse non riaprirà più. Lo dice Pasquale Fevola genitore, sconsolato, di uno dei ragazzi dell’Afasev attualmente ospitati per l’emergenza Covid nella Casa di Riposo Maria Gargani di Isernia. Ho fatto un po’ di conti, solo per il Notturno, scrive Fevola in una lettera aperta a Filomena Calenda, vicepresidente del consiglio regionale, referente del sociale. Sono rimasti sette ragazzi. Ora, continuando a pagare 1.500 euro al mese, che sono tanti, riusciamo a racimolare, per le rette, 10.500 euro, mentre, riducendo gli operatori all’osso, sei persone divise in tre turni giornalieri di otto ore, il costo, per i soli operatori, sarebbe di circa 14.000 euro al mese, poi ci sono gli alimenti, il materiale sanitario, luce, gas, riscaldanento, cancelleria, e tante altre spese varie. Ho calcolato – continua il padre del ragazzo disabile ospite della struttura – che per restare a galla sino a quando la macchina non andrà a pieno regime, l’Afasev avrebbe bisogno di un contributo straordinario dal Comune di Isernia o dalla Regione per complessivi diecimila euro. Senza un tale contributo, non ci resta altro che riportare le chiavi della struttura al Sindaco di Isernia, e lasciare i nostri ragazzi a morire di inedia e di depressione in una struttura per anziani. È questo ciò che vogliono i nostri governanti?
Bene, ma questo , però, lo dovranno sapere anche tutti i cittadini del Molise, e anche il resto dell’Italia afferma sconsolato Pasquale Fevola. Sinceramente ritengo la Regione Molise un’istituzione ottusa, che lascia finire in tristezza un gioiellino che avrebbe dovuto essere l’orgoglio, e il fiore all’occhiello di questa regione, e che ha pochi competitori in Italia, e, diciamocela tutta, la verità, questa regione di fiori all’occhiello non ne ha poi tanti. Che peccato finire così!