Torna in libertà Gianluigi Torzi, dallo scorso 11 maggio era agli arresti nel carcere cittadino di Londra. L’altra mattina i giudici della Corte di Westminster hanno deciso che il finanziere italiano, residente a Londra, poteva uscire dietro il pagamento di una cauzione. L’ammontare è stato fissato in 1,1 milioni di sterline. Passato alla storia già l’anno scorso, quando fu arrestato in Vaticano, primo cittadino straniero di sempre a essere fermato dentro le mura dello Stato della Chiesa, Torzi era di nuovo finito nella tempesta l’undici maggio, quando gli era piombato addosso un nuovo ordine di arresto, stavolta dalla magistratura penale italiana. Il secondo mandato era stato spiccato dalla Procura di Roma. I magistrati dello Stato Pontificio accusano Torzi per la commessa da 15 milioni di euro incamerata come mediatore nell’ affaire dell’ immobile al 60 di Sloane Avenue a Londra, un lussuoso palazzo di negozi e uffici nel cuore di Chelsea: l’uomo d’ affari italiano aveva fatto da intermediario tra il finanziere Raffaele Mincione, proprietario della maggioranza del palazzo, e la Santa Sede. Ma gli inquirenti sospettano che il pagamento sia stato una sorta di tangente. L’udienza di Londra è tutta ruotata sul tema del pericolo di fuga di Torzi. Il compromesso trovato dai giudici inglesi è stato quello di fissare una cauzione molto alta. Per Torzi rimane comunque aperto il tema dell’ estradizione: il Vaticano è l’unico paese in Europa a non avere un accordo con l’Inghilterra, ma l’Italia invece ce l’ha e l’arresto e l’estradizione chiesti dalla procura di Roma restano in piedi. Per ora Torzi ha solo ottenuto la scarcerazione, pagando, ma i giudici inglesi hanno fissato l’udienza a settembre, quando decideranno sull’estradizione. Da oggi, per i prossimi quattro mesi, Torzi, ricercato da 2 paesi del mondo (Italia e Vaticano), resta a piede libero, ma sotto il vigile controllo delle autorità inglesi per evitare rischi di fuga.