di Paolo Frascatore
Nel 1978, dopo la scomparsa di Aldo Moro, inizia una profonda riflessione da parte di tutte le componenti democristiane che avevano appoggiato con successo la segreteria politica di Benigno Zaccagnini.

Come ricordava Maria Eletta Martini, in un articolo apparso sul numero 33 di “Politica Oggi” (la rivista dell’Area Zac) nel dicembre 1989, “il paese sembrò vacillare sotto il colpo più duro del terrorismo; la Dc apparve senza guida e con un domani incerto: perché con Moro una linea politica faticosamente costruita veniva meno, i rapporti tra le forze politiche si allentavano, il terrorismo continuava ancora a mietere le sue vittime.”
In questo clima drammatico generale e con lo sconforto dello stesso Zaccagnini per la perdita non solo di un grande amico, ma del suo maestro di politica, nacque una iniziativa spontanea (dopo la relazione di Zaccagnini alla Direzione DC del 29 novembre 1978) da parte dei parlamentari DC più giovani eletti per la prima volta nel 1976, che raccolsero molte firme di adesione alla linea politica tracciata da Zaccagnini attraverso la redazione di un documento politico che concludeva con un invito: ”intendiamo promuovere un convegno per una aggregazione politica che, senza discriminazioni pregiudiziali, e superando gli schemi riduttivi e le rigide divisioni fra le correnti, e raccogliendone i contributi positivi convergenti, sia in grado di approfondire, arricchire e sviluppare le indicazioni espresse dal XIII Congresso”.
L’aria, insomma, era matura per aggregare varie personalità che provenivano da diverse esperienze di sinistra DC, ma soprattutto per corrispondere a quelle esigenze di rinnovamento che provenivano dalla base dei militanti e dalla periferia.
E il convegno si svolse in un baleno: il 16 e 17 dicembre 1978 al Parco dei Principi a Roma. Attraverso un tam tam verso quanti avevano ritrovato l’entusiasmo con il messaggio di Zaccagnini, si organizzò un evento politico che la stampa di allora riprese in maniera positiva (“In mille per Zac”, titolava “La Stampa”) o negativa (“La sinistra dc nel caos” titolava, invece, “Il Giornale”).
Il successo della manifestazione fu inaspettato e fu sottolineato dall’intervento di apertura di Mino Martinazzoli:”C’è un’obbedienza, che vale, a nostro orgoglio di democratici cristiani. Non siamo pochi a riconoscerci in questa fedeltà, se è vero che è presente qui così largamente e generosamente la fervida, inesauribile periferia del partito”.
Zaccagnini non era presente all’evento ed aveva avversato la volontà, che si allargava a macchia d’olio, di chiamare la nuova componente di sinistra “Area Zac”, preferendo la tradizionale denominazione di sinistra DC; ma non poteva sfuggire all’entusiasmo emerso al Parco dei Principi, al punto che in pochi giorni nelle periferie di tutta Italia si diffondeva spontaneamente l’Area Zac.
Il segnale era chiaro: una nuova sinistra politica interna alla DC, che acquistava sempre più consistenza, per impedire allo stesso Partito di scivolare su posizioni conservatrici e per non troncare quella politica del confronto, perseguita da Zaccagnini, che aveva favorito il dialogo tra forze politiche diverse e che aveva portato lo stesso Partito Comunista ad un inizio di revisione delle proprie impostazioni ideologiche.
Al convegno del Parco dei Principi erano presenti varie esperienze di sinistra democristiana: i basisti (Giovanni Galloni e Luigi Granelli), i morotei (Franco Salvi, Corrado Belci e Mino Martinazzoli); con la sola autoesclusione della componente di sinistra sociale di Forze Nuove di Carlo Donat Cattin (ma era presente Guido Bodrato che proprio in quella occasione lasciò Forze Nuove per aderire alla costituenda Area Zac), che poi si schierò al XIV Congresso nazionale DC del marzo 1980 con le forze moderate che dettero vita al preambolo e fu determinante, in quell’occasione, nello sconfiggere la linea politica del confronto di Zaccagnini per l’elezione del doroteo Flaminio Piccoli alla segreteria politica della DC.
Non bisogna dimenticare, però, nemmeno il clima di rinnovamento che cominciava a respirarsi all’interno del mondo cattolico: con la morte di Papa Paolo VI (il pontefice che con l’Enciclica Populorum Progressio aveva condannato l’economia del profitto e quindi il sistema capitalistico) iniziava per la Chiesa cattolica una nuova fase con il brevissimo pontificato di Giovanni Paolo I (la Chiesa che riscopriva gli insegnamenti della povertà di San Francesco d’Assisi) e proseguiva con il lungo e significativo pontificato di Giovanni Paolo II (la sconfitta delle ideologie e dei miti totalizzanti e l’inizio delle libertà per i popoli dell’Est Europa).
Tutti questi eventi hanno sicuramente inciso in maniera determinante sulla sinistra politica della Democrazia Cristiana e sulla stessa segreteria politica di Zaccagnini.
I messaggi del rinnovamento e del Partito dei cattolici democratici che si apriva alla società e tornava in mezzo alla gente, erano anche una naturale conseguenza dei fermenti che emergevano all’interno del mondo cattolico italiano.
Se si riflette, in definitiva, sulla linea politica del confronto di Zaccagnini, non si può sfuggire a considerazioni che poggiano sull’idea di una nuova Democrazia Cristiana, dove il primato dei cattolici democratici (cioè di quei cattolici che oggi possiamo definire progressisti e fautori di quella terza via tra liberismo e statalismo) cominciava ad essere non solo significativo, ma determinante per le stesse sorti del Partito (anche se con la parentesi del preambolo del 1980 riprende con un certo vigore la spinta moderata e conservatrice).
Il convegno del Parco dei Principi è anche una conseguenza di questa situazione interna alla DC, dove le componenti più moderate si apprestavano a sferrare la controffensiva alla linea politica di Zaccagnini.
Le sinistre democristiane (ad eccezione di Forze Nuove), allora, capirono che non bastava più un semplice e necessario sforzo unitario, ma occorreva anche darsi una organizzazione stabile ed individuabile.
Dopo il Parco dei Principi, nel gennaio del 1979, fu costituita a Roma la cooperativa “La proposta culturale” in via della Vite n. 7. Questa sede costituiva anche il punto di riferimento della sinistra democristiana: a coordinare la nuova corrente fu chiamato Marcello Pagani di Torino che si avvaleva della collaborazione di Maria Luisa Taddeo (segretaria), di Alberto Saviantoni e di Rita Salvini.
L’Area Zac, ormai costituita, iniziava sempre nel 1979 la pubblicazione di un quindicinale con sulla testata la significativa denominazione de “Il Confronto”, la cui direzione politica fu affidata dapprima a Corrado Belci, quindi a Luigi Granelli, poi a Franco Salvi ed infine a Sergio Mattarella; mentre la direzione responsabile fu sempre di Giorgio Cazzella. Oltre alla pubblicazione del quindicinale “Il Confronto”, Marcello Pagani creò anche una Agenzia di stampa al fine di dare risalto quotidiano a tutte le notizie ed alle iniziative della sinistra democristiana.
Iniziarono sempre in quegli anni gli appuntamenti nazionali di Chianciano Terme, organizzati sempre con maestria da Marcello Pagani. La sinistra DC, insomma, ingrossava sempre più le proprie fila.
“Il Confronto” terminò le pubblicazioni con l’ultimo numero del 12 maggio 1986. Tuttavia, non si trattava della chiusura di una vicenda politica, ma della predisposizione di una nuova rivista politica mensile, “Politica Oggi”, (sulla scia delle “Cronache Sociali” di Dossetti) al fine di dare anche un taglio culturale alle idee della sinistra democristiana.
Il primo numero di “Politica Oggi” uscì nel febbraio 1987; la direzione responsabile fu affidata ad Angelo Sferrazza, mentre la vicedirezione fu di Luciano Azzolini; la direzione editoriale era tenuta da Marcello Pagani; il Comitato di direzione della nuova rivista era formato da Nino Andreatta, Giuseppe Andreis, Guido Bodrato, Luca Borgomeo, Leopoldo Elia, Giovanni Galloni, Nicola Mancino, Mino Martinazzoli, Agostino Moscatelli, Luisa Saraceno Morlino e Benigno Zaccagnini.
Il 28 giugno 1988, la sede ufficiale della sinistra democristiana si spostava da via della Vite n. 7 in via del Tritone n. 62 scala C, sempre a Roma. In questa nuova sede fu significativa anche l’apertura dell’ufficio politico di Zaccagnini (il leader morale e carismatico della sinistra democratica cristiana).
“Politica Oggi” chiuse le sue pubblicazioni nel 1992, non solo per una serie di vicende giudiziarie, ma anche perché la DC si avviava al declino (l’introduzione della legge elettorale maggioritaria favorì in maniera determinante questo passaggio politico) per trasformarsi in Partito Popolare Italiano (gennaio 1994).
Questa trasformazione comportò una serie di fuoriuscite volute: alcuni preferirono schierarsi con il centrodestra di Berlusconi; altri diedero vita a piccoli partiti che si schierarono con il centrodestra (Casini, Mastella, Buttiglione). L’aria che si respirava era quella che tutto un mondo politico nato dalla Resistenza era ormai finito e che per i cattolici impegnati in politica si apriva la strada della disseminazione (teorizzata da Pietro Scoppola) nei vari Partiti. Ma restava un punto centrale che proseguiva, seppur sotto nuove forme, l’impegno politico dei cattolici democratici che (dopo l’esperienza autonoma di Martinazzoli alle elezioni politiche del 1994) continuarono con coraggio nel PPI una militanza politica sul versante del centrosinistra. Si trattava della parte più limpida della sinistra democristiana e di molti giovani che, formatisi proprio nell’Area Zac e nella rivista “Politica Oggi”, proseguirono un percorso politico verso nuove forme partitiche, così come richiedeva il nuovo scenario politico.
Giovanni Galloni in quegli anni fondò la rivista “Nuova Fase” a significare che per i cattolici democratici si aprivano nuovi orizzonti e, soprattutto, che non poteva essere disperso tutto il patrimonio ideale della sinistra democratica cristiana, ma doveva essere messo a disposizione delle nuove generazioni affinché continuassero con entusiasmo il cammino dei Padri.
A distanza di trent’anni il termine sinistra DC è andato in disuso; ma resta nelle coscienze di quanti, allora giovani, si formarono politicamente con quella esperienza politica e proseguono oggi con coraggio il proprio impegno all’interno del Partito Democratico per trasmettere alle nuove generazioni quei valori universali e sempre validi della cultura politica dei cattolici democratici.