C’era di tutto tra le ‘spese pazze’ di cui i 51 consiglieri regionali lombardi, condannati in appello per peculato, chiedevano i rimborsi. Gomme da masticare, gratta e vinci, feltri per le sedie. Ma anche cene costosissime in ristoranti stellati con tavolate per decine di ospiti. Perfino un pranzo di nozze per 160 invitati. In tutto, trai il 2008 e il 2012, i politici ed ex politici lombardi avevano utilizzato oltre 3 milioni di soldi pubblici dei gruppi consiliari per saldare conti che poco o nulla avevano a che vedere con la loro attività politica.
La Corte d’Appello di Milano ha confermato nella sostanza le condanna inflitte in primo grado a molti degli imputati. Ribadite, tra le altre, la pena di 2 anni e 6 mesi per il ‘Trota’, Renzo Bossi, e quella ad 1 anno e 8 mesi per l’attuale capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo. Tra i condannati anche il parlamentare europeo Jari Colla, attuale commissario della Lega in Molise all’epoca dei fatti consigliere regionale al Pirellone. Anche nei confronti di Colla i giudici della Corte d’Appello hanno confermato la sentenza di primo grado di un anno e otto mesi.
E’ stata invece stralciata e accolta la richiesta di “concordato in appello” con una nuova determinazione della pena formulata da 10 politici e ex consiglieri regionali, tra cui l’igienista dentale di Silvio Berlusconi, Nicole Minetti, al tempo rappresentante di Forza Italia, nell’Assemblea lombarda.
“Aspettiamo le motivazioni per valutare il ricorso in Cassazione. La Corte ha accolto di fatto un unico motivo d’appello, revocando le confische disposte dal Tribunale”, ha commentato Paolo Cassamagnaghi difensore di tre dei 51 imputati, tra cui il commissario leghista del Molise Jari Colla. La Regione era stata già risarcita a suo tempo, ha concluso il difensore del commissario della Lega in Molise. Per depositare le motivazioni i giudici si sono riservati 90 giorni.