Sulla mappa della direzione investigativa antimafia è segnata in rosso. Foggia è considerata una emergenza nazionale per come il fenomeno della malavita si è evoluto in pochi anni.
Nella relazione semestrale della Dia, la criminalità organizzata della Capitanata desta un tale allarme sociale da qualificarsi come emergenza nazionale.
L’infiltrazione mafiosa nelle imprenditoriale – ha evidenziato la Dia – si riscontra anche nell’azione delle mafie foggiane capaci di stabilire stretti rapporti tra loro in grado di influenzare le azioni malavitose non solo nella zona del Gargano e dell’Alto Tavoliere ma anche in altre regioni e in particolare in Molise.
I riflettori delle forze di polizia da tempo sono puntati proprio al confine tra Molise e Puglia dove le incursioni di malviventi del foggiano sono ormai all’ordine del giorno. Furti, spaccio e il reclutamento di manodopera nelle aziende agricole attraverso i caporali sono già saldamente in mano della società foggiana.
Nata all’inizio degli anni ’80 come costola della Nuova Camorra Organizzata, di Raffaele Cutolo formalizzata nell’incontro all’hotel Florio sulla Statale Adriatica, poco lontano da Campomarino, la mafia di del foggiano è diventata una organizzazione potentissima e spietata.
A rendere il quadro ancora più allarmante ci sono gli effetti della pandemia che hanno indebolito l’economia e il tessuto sociale della Puglia e delle regioni vicine, dove gli interessi della criminalità del Tavoliere sono più forti.
Ricalcando il percorso evolutivo della ‘ndrangheta – evidenzia il rapporto della direzione antimafia – i clan foggiani si sarebbero mostrati capaci di stare al passo con la modernità pronti a cogliere e sfruttare le nuove occasioni offerte dalla globalizzazione. In questi termini – avverte la Dia – il fenomeno mafioso foggiano desta maggior allarme sociale tanto da essere considerato dalle Istituzioni un’emergenza nazionale. E il Molise una delle regioni più appetibili per allargare i propri confini.