Un duro affondo quello lanciato nelle ultime ore dal Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco, indirizzato ai vertici sanitari della Regione Molise.
Il tema, ancora una volta, è quello delle sale operatorie pronte all’uso dell’Ospedale Caracciolo di Agnone. Tali ambienti rimangono tuttora inutilizzati. Da qui le richieste di Greco: “I cittadini di Agnone, dell’intero alto Molise e dell’alto Abruzzo non devono più attendere: bisogna subito riattivare le tre sale operatorie dell’ospedale Caracciolo per garantire servizi fondamentali a tutta la comunità.
Da oltre due anni queste sale operatorie sono inutilizzate nonostante il decreto Balduzzi preveda per i presidi di area disagiata la possibilità di effettuare interventi in day e in week surgery. Questo mancato utilizzo comporta una riduzione dell’operatività ospedaliera e mina la corretta continuità assistenziale in tutta la zona, con indubbie ripercussioni sulle liste d’attesa in tutta la regione Molise. Ho quindi depositato in Consiglio regionale una nuova interrogazione sul tema, a nome dell’intero gruppo del MoVimento 5 Stelle.
Sono anni, infatti, che denunciamo ciò che a tutti gli effetti è un torto a migliaia di cittadini. È un lavoro cominciato dal primo giorno della legislatura e continuato nel 2019 con un accesso agli atti con cui chiedemmo la documentazione relativa a tutte le spese fatte dal 2015 al 2018 per allestire le sale operatorie del Caracciolo, quindi attrezzature, macchinari e ristrutturazioni edilizie, decine gli interventi in aula per sollevare l’assurdo problema.
Già allora il Direttore generale per la Salute in risposta ad un mio accesso agli atti specificò che nel quadriennio 2015-2019 non sarebbero state finanziate opere e lavori concernenti queste sale. Tuttavia dall’albo pretorio Asrem risultano una serie di determine che finanziano opere di efficientamento sia edilizio che di allestimento per oltre 200.000 euro effettuate in somma urgenza.
Al momento, quindi, dopo decine di migliaia di euro spesi, non si capisce quali siano gli ostacoli che impediscono la riapertura di queste sale, né si conosce l’ospedale che sta sostituendo questi servizi. Così, intanto, molti cittadini sono costretti a recarsi nelle regioni limitrofe.
Siamo al paradosso: la legge prevede la possibilità di effettuare interventi chirurgici a bassa intensità, ci sono le professionalità per farlo, in più, il Piano Operativo riconosce il Caracciolo come presidio di area disagiata, eppure le sale operatorie sono state prima “sabotate” dal 2016 e poi chiuse nel 2019 a seguito di 200.000 euro di soldi pubblici spesi in somma urgenza. Questo assurdo stop, peraltro, non aiuta l’urgente necessità di abbattere le liste di attesa sull’ospedale Veneziale di Isernia proprio per le attività di day e week surgery programmabili, che potrebbero essere erogate anche dal Caracciolo. I cittadini hanno il diritto di conoscere il cronoprogramma della riattivazione dato che dal punto di vista formale è già il secondo Pos che individua l’ospedale di Agnone come presidio di area particolarmente disagiata, quindi nero su bianco la struttura può, quindi deve, erogare prestazione di chirurgia ambulatoriale complessa generale e, perché no, anche ortopedica e oculistica. Non c’è tempo da perdere e non ci sono scuse i cittadini altomolisani attendono da troppi anni”.