La seduta spiritica di Antonio Iovane pubblicato da Minimum fax, è una storia assurda, e a scriverlo e a raccontarlo, durante la presentazione del suo libro all’Ex Lavatoio a Isernia, è lo stesso autore del libro.
Nel 1978, durante il sequestro Moro, alcuni professori universitari più o meno quarantenni, bolognesi, cattolici progressisti e democratici, fanno una seduta spiritica. Evocano gli spiriti di Don Sturzo – fondatore del Partito Popolare – e di Giorgio La Pira – sindaco democristiano di Firenze – e fanno muovere un piattino da caffè su un foglio, dove erano state scritte le lettere dell’alfabeto.
I movimenti del piattino creano le parole “Gradoli”, “casa”, “cantina”.
Tutti, dopo quarantatrè anni continuano a portare avanti questa versione.
Per indagare su questa storia Antonio Iovane ha messo in ordine, uno dietro l’altro, fatti e testimonianze. Mescolando finzione e reportage, interviste, memorie e autobiografia, ha trasformato in azione tutto quello che è stato raccontato dai protagonisti della seduta spiritica. È una ricostruzione indiziaria, un racconto inchiesta che mette in rilievo gli equivoci e le circostanze ambigue di questa storia e a cui l’autore non crede affatto.
Iovane non fa del complottismo, ma riporta le connessioni e gli scambi intercorsi tra politici e politicanti con servizi segreti, la banda della Magliana e la camorra intorno al corpo di Aldo Moro prigioniero.